Spirali, piastrine e lozioni antizanzare
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È sufficiente leggere attentamente l’etichetta dei vari formulati per rendersi conto dei rischi potenziali legati al loro impiego. Prendiamo, ad esempio, una delle sostanze maggiormente diffuse nelle spirali e nelle piastrine: la alletrina.
Ebbene per tale principio attivo le schede di sicurezza internazionali riportano le seguenti indicazioni: «Utilizzare respiratore con filtro A/P2 per vapori organici e polveri nocive. Non permettere che questo agente chimico contamini l’ambiente. Raccogliere il liquido fuoriuscito e sversato in contenitori sigillabili il più lontano possibile. Assorbire il liquido restante con sabbia o adsorbente inerte e spostare in un posto sicuro. Non eliminare in fognatura».
Altrettanto allarmanti sono le avvertenze riportate nelle confezioni di spirali in vendita nei negozi e nei supermercati: «Non contaminare col prodotto cibi o bevande o recipienti destinati a contenerli; se il prodotto viene usato in luoghi dove si soggiorna lungamente o nelle camere da letto è bene aerare il locale prima di soggiornarvi nuovamente. Non è consentito il funzionamento durante la permanenza in ambienti chiusi. È sconsigliata l’esposizione continuata a persone sensibili (bambini, asmatici ecc.). Tenere lontano dai bambini. Non toccare con le mani mentre è in funzione. In caso di contatto con la pelle lavarsi immediatamente e abbondantemente con acqua e sapone. Non tenere la spirale accesa a contatto con tessuti, carta o altri materiali combustibili. Non ingerire. Conservare lontano da alimenti, mangimi e bevande». Peccato che spirali e tavolette vengono utilizzati proprio per «bonificare» i luoghi dove si soggiorna e si passa la notte e quasi sempre con le finestre chiuse, proprio per evitare l’invasione delle zanzare. D’altra parte che senso avrebbe aprire le finestre una volta accesa la spirale?
Una denuncia dall’India
Perché tanta precauzione? La risposta è in un recente studio pubblicato in India, dove per particolari condizioni igieniche e climatiche di prodotti antizanzare si fa un grande uso. Secondo quanto pubblicato sulla rivista scientifica Current Science1 esiste una correlazione diretta tra l’uso di prodotti insetto repellenti ed alcune malattie. L’11,8% di soggetti che hanno utilizzato tipi diversi di repellenti, spirali, piastrine, lozioni e vaporizzatori a base di piretroidi (alletrina e similari), Dett (o Dietiltoluammide) o di loro derivati, hanno denunciato disturbi di varia natura come: difficoltà nella respirazione, mal di testa, irritazioni oculari, affanno e asma. Disturbi e irritazioni alle pelle sono stati riscontrati in 20 soggetti su 174 (11,4%) che utilizzavano pomate a base di Deet. In particolare, è stata evidenziata un’azione specifica dei prodotti a base di piretroidi che causerebbe sui soggetti lungamente esposti un fenomeno di ipereccitazione del sistema nervoso centrale. Altre ricerche hanno evidenziato gravi lesioni a carico di topi esposti al fumo di repellenti per zanzare contenenti alletrina; mentre Liu e altri hanno individuato nel fumo delle spirali antizanzara micropolveri contenenti un livello considerevole di metalli pesanti e una grande varietà di sostanze tossiche come fenolo e O-cresolo. Secondo altri studi sembra che l’alletrina presente in spirali e piatrine sia capace di aumentare la permeabilità della barriera emato-encefalica con gravi rischi per la salute, soprattutto nei bambini. Altri ricercatori, come Diel5, hanno osservato che la D-transalletrina può causare disfunzioni a livello dell’apparato riproduttivo e della crescita e concorrere all’insorgenza di tumori; altre ricerche hanno messo in luce le proprietà immunodepressive della S-bioallethrina.
Non solo spirali
A essere messe sotto accusa non sono solo le economiche spirali e piastrine, ma anche le più costose lozioni vendute in farmacia e negozi di profumeria. Oggi il principio attivo più noto e utilizzato è la N,Ndiethyl-m-toluamide, più semplicemente dietiltoluamide o Deet. Si stima che nel mondo siano almeno in 200 milioni ad utilizzarla, ma questo non vuol certo dire che sia del tutto innocua. Il fatto è che la N,Ndiethyl-m-toluamide viene facilmente assorbita dalla pelle e poi immessa nel circolo sanguigno, tant’è che poche ore dopo l’applicazione cutanea si può registrare una concentrazione di tale principi attivo fino a 3 mg per litro di sangue. «Ulteriori rischi possono insorgere» afferma Laura Cavalli, Docente all’Università della Tuscia di Viterbo «dall’interazione tra il Deet e le creme solari, a causa di alcuni ingredienti che accrescono la capacità di assorbimento da parte della pelle».
In effetti, la letteratura riporta numerosi disturbi causati dai prodotti a base di N,N-diethyl-m-toluamide: irritazioni cutanee, desquamazione, edema, corrosione, prurito. Nei soggetti più giovani può colpire il sistema nervoso centrale causando encefalopatie, mal di testa, letargia, disorientamento, convulsioni, tremori, ipotensione, bradicardia; e nei casi più gravi: paralisi, psicosi maniacale acuta, tachipnea (accelerazione del ritmo respiratorio), nausea, vomito, diarrea, disturbi del linguaggio e convulsioni, soprattutto in età pediatrica.
«Particolari precauzioni vanno adottate sui bambini, perché ad alte concentrazioni o con un uso esagerato il Deet non è privo di tossicità» sottolinea Moise Levy, direttore del Servizio di dermatologia pediatrica al Texas Children’s Hospital di Houston, Texas. «Proprio a causa dei rischi nell’uso di grandi quantità del Deet negli Usa e in Canada, a partire dal dicembre 2004 il limite massimo di concentrazione del componente nei prodotti per uso topico è stato ridotto al 30%». Per gli stessi motivi l’American Academy of Pediatrics (Usa) raccomanda che gli insetto-repellenti applicati sulla pelle dei bambini non contengano più del 10% di Deet. Insieme al danno, la beffa: la Deet è un potente solvente per molti tipi di plastica e può danneggiare giocattoli, vernici, rifiniture per mobili, cinturini di orologi, sedili dell’auto con cui si può venire a contatto, oggetti che oltretutto rischiano di trasformarsi in «serbatoi» occulti di N,Ndiethyl-m-toluamide a rilascio lento per gli anni a venire. In sostituzione del Deet, sul mercato dagli anni ’50, negli ultimi anni sono arrivati gli insettorepellenti di ultima generazione a base di icaridina o picaridina (nota anche come KBR 3023) che oltre a vantare un ottimo effetto repellente sembra presentare anche una migliore tollerabilità cutanea, almeno fino a quando nuove ricerche non ne metteranno in dubbio l’innocuità.
Le alternative
Tornando alla domanda iniziale, appare evidente che la causa della crescente proliferazione delle zanzare sia da ricercare in primo luogo nell’alterazione dell’ecosistema e nella sparizione dei predatori naturali, come i pipistrelli, ognuno dei quali può arrivare ad eliminare dalle 500 alle 1000 zanzare l’ora. La rivalutazione dei pipistrelli, iniziata negli Stati Uniti, negli ultimi anni ha preso piede anche in Italia (vedi box), con l’installazione presso edifici pubblici o privati di piccoli ricoveri per facilitare la loro nidificazione. D’altra parte, prima di spruzzarsi addosso lozioni sospette e dare fuoco a piastrine e zampironi sarebbe bene fare di tutto per non contribuire alla proliferazione delle zanzare, eliminando qualsiasi forma di ristagno d’acqua (sottovasi o strutture analoghe) e dotando le finestre di zanzariere, che costituiscono il sistema più ecologico ed efficace di difesa.
Difesa naturale
Per quanto riguarda la protezione fuori dalle mura domestiche si può ricorrere ai repellenti di origine naturale. I più noti sono i prodotti a base di oli essenziali di eucalipto, geranio e citronella, ai quali recentemente si è aggiunto il neem (Azadirachta indica); non pare invece che abbia alcuna efficacia l’uso di capsule di aglio.
Articolo tratto da Terra Nuova – Luglio/Agosto 2007 disponibile anche nella versione eBook.
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