Il passaggio dal Matriarcato al Patriarcato è stato frutto di un’enorme paura.
I cambiamenti climatici e le invasioni di popoli estranei resero necessario l’avvento di un’epoca incentrata sulla forza fisica, e quindi dell’uomo che per eccellenza la esprime.
Questo è vero ma non è sufficiente per giustificare tutto quello che è accaduto dopo.
A cosa serviva sottomettere le donne, ridurle in schiavitù, privarle della loro spiritualità, del loro diritto di esistere come individui?
Serviva a esorcizzare la paura.
L’uomo primitivo prova fascino verso questo essere misterioso che porta la vita sulla terra, ma anche paura. E quando la paura prevale sul fascino e si trasforma in terrore le conseguenze sono terribili e nefaste.
L’esclusione dell’uomo dai misteri della vita
Un altro motivo è il senso dell’esclusione: dal miracolo della vita l’uomo è escluso. Non solo. Ci capisce ben poco ed è tenuto lontano come se la sua unica utilità si riducesse al breve attimo della fecondazione.
Come vi sentireste, come uomini e come donne, se vi trovaste in una situazione analoga? Sentire che siete inutili e sostituibili da qualsiasi altro. Siete nient’altro che il fine per raggiungere uno scopo. E non solo: di tutto quello che sta accadendo non capite nulla.
Come si comportano oggi gli uomini quando la propria compagna è incinta?
Si sentono insicuri, emozionati, a volte avvertono gli stessi sintomi, di nausea, ipersomnia e vomito della donna. Questo fenomeno si chiama couvade ed è una reazione psicosomatica inconscia che si manifesta per attirare l’attenzione: realmente questi uomini stanno male.
Le energie della donna in questa fase sono totalmente assorbite dai cambiamenti fisici e psicologici che avvengono in lei. Da questo l’uomo si sente escluso. Forse anche questo meccanismo ha seguito una linea evolutiva, forse l’uomo nei millenni ha elaborato una risposta socialmente accettabile, più costruttiva e comunicativa per manifestare la sua paura verso la gestazione e l’arrivo di una nuova vita.
Nella preistoria probabilmente non era così.
Le paure ancestrali spaventano ancora
Il Matriarcato era un’epoca istintuale, in cui il singolo si annulla per la specie: un epoca in cui non era importante l’individuo ma la sopravvivenza della specie. A quell’epoca l’uomo esisteva in quanto fallo, così come la donna esisteva in quanto ventre. E’ la legge spicciola della sopravvivenza.
Ma il punto è che noi siamo molto più dell’istinto.
La paura della castrazione nell’uomo e dell’abbandono nella donna hanno in quest’epoca la loro origine? Sono esse tracce del nostro passato evolutivo?
L’uomo, quando intraprende una relazione intima con una donna, tocca questa ferita da castrazione, e, viceversa, la donna tocca l’altra ferita, quella dell’abbandono che ricorda la fase istintuale in cui gli uomini, dopo il rapporto sessuale, se ne andavano a caccia di un’altra preda da fecondare mentre la donna restava sola a portare avanti la gravidanza, esperienza faticosa che la rendeva debole e vulnerabile, a ischio di vita se non protetta.
Entrambe le paure esistono e vanno riconosciute per entrambi. Ma non è l’uomo che abbandona la donna, non è la donna che castra l’uomo, ma entrambi siamo semplice strumento di una legge superiore che muove tutto affinché la vita abbia continuità.
Amore e cooperazione sono la chiave per il cambiamento
Quello che ci fa trascendere la legge della specie è l’amore e questa non è un’asserzione romantica: l’amore è la chiave per la nostra epoca.
Quando un uomo ama una donna l’amore è più forte dell’istinto. Quando una donna ama un uomo impara nuovamente a essere maestra e a condividere il suo potere. Se si sente al sicuro con l’uomo, è pronta a prenderlo per mano e ad accompagnarlo alla conoscenza di quei misteri della vita che evocano in lui una paura ancestrale poiché sono a lui oscuri ed estranei, e poiché da essi è sempre stato escluso.
In questo modo lei dimostra sincero amore e assoluta fiducia, perché nel momento in cui svela i segreti sente che la sua vita è nelle mani dell’uomo.
L’uomo nell’epoca patriarcale ha privato la donna del suo potere, l’ha sottomessa, ha usato la sua energia al punto tale che poi le non ne aveva nemmeno per sé.
L’energia femminile è un’energia potente, dotata di un grande potere di trasformazione: è l’energia della madre terra, della vita e della morte.
Ma da sola fa ben poco: ha bisogno della scintilla dell’uomo per attivarsi, altrimenti rimane sterile, fine a se stessa, così come l’uomo ha bisogno della donna per andare in profondità ed elevarsi al tempo stesso.
Fonte: R. Osso, “Il Risveglio del Femminile”, Kappa Vu
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