Svezzamento secondo natura
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Svezzamento secondo natura
Al di là di tutte le tabelle di crescita, è importante iniziare lo svezzamento nel momento più adatto per ogni bambino, per lasciare il tempo al suo sistema immunitario e intestinale di rinforzarsi. Purtroppo noi genitori siamo sempre travolti dalla fretta, nellaquale coinvolgiamo anche il bambino; fin dalla prima pappa siamo spinti a pensare di dovergli «fare il pieno» di calcio, ferro e proteine per paura che soffra di carenze irreparabili.
Se il parto naturale e l’allattamento al seno pongono le basi, attraverso l’instaurarsi di una buona flora batterica intestinale, per un sistema immunitario equilibrato, lo svezzamento svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento di questo equilibrio. Ma come si mantiene una buona flora batterica intestinale con l’alimentazione?
La nostra flora andrebbe trattata come un animale domestico: perché viva bene deve essere ben alimentata. Vanno evitati gli alimenti che la sbilanciano, come il consumo quotidiano di zucchero bianco, farina e cereali raffinati o un eccesso di proteine animali. Vanno invece consumati ogni giorno, già dalle prime fasi di svezzamento, gli alimenti che maggiormente sostengono la corretta crescita e lo sviluppo della flora batterica intestinale: mele, pere, legumi, orzo e così via.
Anche nelle famiglie in cui il consumo di verdure crude e cotte è veramente abbondante e la frutta viene utilizzata come spuntino o a colazione, può capitare che i bambini non riescano ad apprezzare la verdura, se non sotto forma di passato di verdure miste, nel risotto ben condito con il parmigiano o infine… nel purè (che verdura non è!). La conclusione alla quale facilmente tendiamo ad arrivare è che forse ai bambini le verdure proprio non piacciono, che sono un cibo che si apprezza piuttosto nell’età adulta, quando si comprende l’importanza della salute e del mangiare «corretto».
Ci sono anche dei miti da sfatare. Siamo costantemente portati a chiederci se il bambino mangia abbastanza e soprattutto se assume sufficienti proteine, in particolar modo nel caso di bambini vegetariani. Tuttavia non veniamo mai informati sui danni veri e propri che un eccesso di proteine può causare. Già dal 2001 è stata formulata quella che viene chiamata l’«ipotesi proteica» dello sviluppo del sovrappeso e dell’obesità infantile, che mette in correlazione l’eccessivo consumo di proteine animali nel primo anno di vita, con l’aumento del tessuto adiposo (grasso) a partire dai cinque anni, e la comparsa di sovrappeso e obesità verso i sette anni.
questi studi arriva alla conclusione che il fenomeno è causato principalmente dal consumo di proteine animali contenute nel latte vaccino e nei formaggi, mentre il consumo di proteine vegetali durante lo svezzamento, come ad esempio quelle contenute nei legumi, non risulta essere correlato alla comparsa di sovrappeso in età scolare.
I bambini possono essere vegetariani? Il solo pensiero suscita spesso negli estranei un senso di protezione («poveretto!») e preoccupazione («avrà tutto il nutrimento necessario?»). Al contrario non destano alcuna preoccupazione i bambini allevati fin dalle primissime pappe con aromi e zucchero bianco, verdure con pesticidi, scatolette di carne (magari con ormoni) e merendine con grassi vegetali. Eppure, se guardiamo i suggerimenti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), quelli del World cancer research fund (Wcrf) e la piramide alimentare del nostro Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran), i vegetariani seguono una dieta più aderente ai suggerimenti emanati a livello internazionale sull’alimentazione sana e preventiva.
Molte sono le domande che attanagliano i genitori all’inizio dello svezzamento. Gli alimenti che si utilizzano nella «normale e sana» alimentazione di famiglia (cereali, legumi, formaggi freschi, verdure di stagione) vanno benissimo per comporre pappe appetitose per i bambini, secondo le ricette di famiglia. I cereali in chicco, se non raffinati, possiedono un potenziale energetico enorme; infatti, da un chicco di riso o di farro integrale possiamo far nascere un’intera pianta con la sola aggiunta di acqua. Questo potenziale viene in parte conservato anche dai cereali semintegrali, ma non da quelli raffinati, che sono stati privati anche del germe. Scegliendo i chicchi alimentiamo i bambini con alimenti vivi e vitali, mentre con le farine introduciamo alimenti morti, cioè ossidati.
Per quanto riguarda i condimenti, essi svolgono un ruolo molto importante – in alcuni casi determinante – nella nostra cucina e anche in quella dei bambini. I condimenti non servono solo a dare sapore al cibo, ma fungono da integratori di minerali (in particolare sale marino integrale, germe di grano, aceto di mele, gomasio ecc.), aumentano l’assorbimento di alcune vitamine (oli spremuti a freddo, germe di grano) e del ferro (succo di limone), esaltano il sapore dei piatti diminuendo la necessità di sale (lievito di birra, erbe aromatiche). Alcuni condimenti favoriscono inoltre il corretto equilibrio della flora batterica intestinale (erbe aromatiche, aglio, semi di lino, salsa di soia, verdure fermentate, miso); infine alcune erbe aromatiche svolgono anche un importante ruolo digestivo.
dannosi per l’organismo, abituano i bambini a un falso sapore dolce, con ripercussioni sull’intero organismo.
Nei periodi di malattia, l’alimentazione deve essere leggera per consentire alle difese immunitarie, che risiedono per un 60-70% nell’intestino, di essere libere di dislocarsi nella regione del corpo che più ne ha bisogno (gola, bronchi eccetera). Gli alimenti che impegnano meno la digestione sono i cibi vegetali come minestre, succhi, centrifughe e infusi, che idratano l’organismo e aiutano i catarri a sciogliersi. È quindi meglio evitare le proteine animali, soprattutto i formaggi, sia per la loro propensione ad aumentare la produzione di muco, sia per la presenza di grassi che favoriscono il mantenersi dell’infiammazione.