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Psicologia del digiuno

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Un passo dal libro “Scegli la salute”, conoscere e applicare la dieta Kousmine per la salute di adulti e bambini.

Scegli la salute – Il metodo Kousmine e la sua dieta per adulti e bambini
di Paolo Bellingeri
Editrice AAM Terra Nuova
pp. 160, € 13.00
(prezzo per abbonati € 11.70)

L’esperienza del digiuno, anche se nel breve tempo di una settimana, induce una serie di cambiamenti riconducibili a un’azione sull’Io, che improvvisamente vede crollare gli schemi abituali, i ritmi alimentari, i sapori, gli stimoli sensoriali costruiti lentamente nel corso degli anni. I pasti rappresentano riti quotidiani di forte impatto sociale; sopprimerli significa variare le relazioni interpersonali, perché difficilmente chi digiuna siede al tavolo dei commensali abituali.

Nei primi giorni di astinenza dal cibo si modificano le sensazioni di fame e sazietà, e si provano freddo, tremori e formicolii, cefalea e dolori muscolari. Muta quindi la percezione abituale del proprio corpo. Inizia a instaurarsi un’oscillazione tra la dieta abituale e l’attesa di un cambiamento radicale indotto da una nuova dieta con i suoi nuovi cibi ma, soprattutto, dalla necessità di dover osservare con occhi nuovi e mente serena noi stessi, la nostra malattia, la nostra vita in genere. Tutto ciò può provocare indubbiamente anche ansia e tensione, ma se decidiamo di affrontare questa prova del digiuno con convinzione e forza d’animo, essa si rivelerà benefica tanto per il corpo quanto per la mente. Ci potrà confortare l’idea che non siamo soli in questo cammino, che altre persone hanno intrapreso il percorso prima di noi e sono pronte a mettere a nostra disposizione la propria esperienza. Certo, non si tratta di una passeggiata, e anche di questo bisogna essere ben consapevoli.

Naturalmente le motivazioni che spingono al digiuno terapeutico non sono confrontabili con quelle che motivano asceti o anoressici. Nelle sante anoressiche l’astensione dal cibo rappresenta il controllo del corpo, la fame il desiderio da vincere per concentrarsi sulle attività spirituali; insomma, l’astinenza dal cibo è un mezzo finalizzato alla distruzione di una presupposta colpa che impedisce di raggiungere l’elevazione dello spirito. Nell’anoressica troviamo invece un’adolescente insicura con una fragile autostima, dipendente dall’approvazione della famiglia, con un genitore ambizioso e vincente che ha notevoli aspirazioni per i figli. Questo la porterà a utilizzare la privazione del cibo per raggiungere una forma fisica che dimostrerà a se stessa e al gruppo di possedere quell’autodisciplina che le permetterà di governare la sua vita.

Il digiuno kousminiano rappresenta un momento di un percorso alimentare motivato; il suo obiettivo è di ricreare quella condizione di eubiosi persa a causa di una dieta scorretta, frutto delle influenze consumistiche e di un gruppo che considera giusto solo il modo di mangiare dei suoi componenti. Le esperienze raccolte in innumerevoli casi, comprese anche situazioni di anoressia-bulimia, hanno dimostrato l’assenza di ripercussioni psicologiche su chi pratica un digiuno terapeutico.

Effetti del digiuno kousminiano
Sicuramente chi intraprende il percorso kousminiano con il digiuno completo di 7 giorni ha l’opportunità di provarne gli effetti su uno stato acuto di malattia o semplicemente in occasione di un’aumentata richiesta energetica. Alla luce dei dati scientifici si può proporre la seguente interpretazione della settimana di digiuno idrico:

• nei primi tre giorni si verifica il passaggio da una gluconeogenesi proteolitica a una chetogenetica, con evidente malessere, dolori muscolari, particolarmente il terzo giorno quando il catabolismo proteico è massimo, e sensazione di stanchezza (astenia), motivata dall’intensa attività metabolica e rilevabile con l’escrezione di sostanze acide nelle urine. È in questo momento che si può rendere utile l’impiego di alcalinizzanti da assumere per bocca, quali i citrati o bicarbonati di sodio, che possono agire facilmente sull’acidità latente e sui sintomi quali astenia, cefalea e chetosi respiratoria.
• L’assenza di apporto calorico pone l’organismo in condizione di riposo, con assenza di picchi glicemici e relativi stimoli insulinemici; comprensibile pertanto l’aumento di energia percepita soggettivamente.
• La ricchissima fonte di energia a disposizione del tessuto cerebrale (corpi chetonici), giustifica la vivace attività cerebrale che si instaura nei giorni successivi al cambio metabolico amminoacidi-grassi.
• Considerando le potenzialità di riparazione sul tessuto nervoso (aumento dell’attività mitocondriale e quindi ATP, in pratica energia pura), è possibile ipotizzare l’effetto immediato del digiuno nel caso di poussé di sclerosi multipla.

 
Testo tratto da pagina 138 e seguenti del libro.

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