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Torna il condono

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Guadagnare soldi da pratiche illegali, abusi edilizi e soprusi ambientali. E’ il messaggio implicito contenuto nella manovra finanziaria.

Nell’ultima versione della manovra c’è ancora quello che viene definito “condono mascherato”: la sanatoria per l’emersione delle case-fantasma si estenderà anche a quegli immobili su cui sono state effettuate variazioni e ampliamenti non denunciati al fisco. I titolari degli immobili “oggetto di interventi edilizi che abbiano determinato una variazione di consistenza ovvero di destinazione non dichiarata in Catasto, sono tenuti a procedere alla presentazione, ai fini fiscali, della relativa dichiarazione di aggiornamento catastale”, recita il comma 9 dell’articolo dedicata all’aggiornamento del catasto. Anche in questo caso c’è tempo fino al 31 dicembre di quest’anno per mettersi in regola, altrimenti l’Agenzia del Territorio avvierà gli appositi accertamenti di concerto con i Comuni.

Dopo un lungo tira è molla, dunque, la conferma che il pacchetto del governo contiene anche la sanatoria edilizia. Immediata la protesta delle opposizioni e delle associazioni ambientaliste. “Le ecomafie commosse ringraziano – commentano in una nota Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, senatori del Pd – con il condono delle case fantasma potranno essere sanati centinaia di migliaia di abusi edilizi, anche quelli compiuti in aree vincolate e anche quelle che nascono da poderosi interessi speculativi, compreso il business dell’ecomafie”.
Contesta il provvedimento anche Legambiente, che sotolinea come gli ultimi due condoni edilizi abbiano portato nelle casse dello Stato il 50% in meno di quanto previsto, a fronte di un danno enorme e di rischi pesanti per la sicurezza dei cittadini in un paese geologicamente fragile come l’Italia. “A ogni annuncio di sanatoria è seguito un boom di case abusive – spiega il presidente Vittorio Cogliati Dezza – Nel 2003 le nuove abitazioni fuorilegge sono state 40mila, con un incremento della produzione abusiva superiore al 41% tra 2003 e 2001, e nel 1994 furono costruite addirittura 83mila abitazioni. Un prezzo altissimo per il paese. Meglio sarebbe ripristinare l’Ici, il cui importo annuale equivaleva a quanto si prevede di ottenere con questo condono”.

 Fonte: La Nuova Ecologia

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