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Il giardiniere ecologico

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Curare un giardino senza mezzi motorizzati è possibile: con una semplice falce al posto del decespugliatore; rastrelli e scope al posto del soffiatore. Ce lo racconta Jonathan, che del giardinaggio ecologico ha fatto una professione. E una filosofia di vita.
Jonathan Clark ha 40 anni, è nato nel Regno Unito e da qualche anno lavora a Bologna come «giardiniere ecologico». Un’attività iniziata a Londra, dopo una laurea in geografia e commercio, e studi in orticultura e «disegno di giardini» presso la Royal Horticultural Society.
«A Londra spesso avevo un grande vuoto dentro, il mio lavoro non mi dava soddisfazione», racconta Jonathan. «È stato in quel periodo che un’amica che viveva in Italia mi ha raccontato la sua vita in questo paese. Sono rimasto sorpreso e affascinato e in un angolo della mia mente ho iniziato a covare l’idea di trasferirmi. Così dopo un anno ho preso la mia decisione, ho lasciato casa e lavoro e sono arrivato in Italia».
È stato a quel punto che Jonathan ha iniziato a lavorare come giardiniere e ha aperto la sua attività: «Ruoteverdi», un tipo di giardinaggio diverso dal normale, a dimensione cittadina, in cui i principi dell’ecologia, della sostenibilità edell’armonia si incrociano con la natura e con l’ambiente.
Jonathan, cosa vuol dire tutto questo nella pratica?
Manutenzione, potatura, taglio dell’erba, consulenza per giardini medio-piccoli, cortili e terrazze. Il tutto svolto seguendo i criteri del biologico e senza fare uso di benzina. Il mio giardinaggio non inquina, in nessun modo. Lavoro in modo silenzioso, senza coprire grandi distanze per i miei spostamenti. Tutti i miei clienti si trovano in un’area circoscritta al centro storico della città. Inoltre, chiaramente, non faccio uso di pesticidi o diserbanti, preferendo il biologico e altri metodi alternativi.
Che attrezzi usi?
Non uso nessun mezzo motorizzato. Quindi al bando il soffiatore e avanti rastrelli e scope. Al posto del decespugliatore uso una semplice falce. Non utilizzando benzina poi, non emetto alcun tipo di rumore forte, evitando inquinamento acustico. Tutto questo vuol dire principalmente un’esperienza più armoniosa per il cliente e anche per me stesso. Non avere il ronzio degli attrezzi motorizzati nelle orecchie, non respirare alcun tipo di fumi proveniente da attrezzi a motore, vuol dire davvero tanto.
E poi c’è il triciclo…
Sì, è il mio mezzo di trasporto: un triciclo danese con un grande cassone dove ripongo i miei attrezzi. Un modo secondo me ideale per muoversi in città, per effettuare tragitti brevi e per entrare facilmente nelle case e nei cortili dei palazzi. Ha 7 marce, freni a disco, e può portare fino a 100 chili di peso. Il triciclo è anche la mia pubblicità: in questo modo riesco a stare più vicino alla gente, riuscendo ad essere sempre ben visibile. Una volta ho fatto un viaggio in bicicletta con un amico da Bombay a Delhi: 1.700 chilometri sotto il sole. Forse è per questo che muovermi in questo modo non mi sembra così faticoso…
Le persone come ti accolgono?
La gente in generale è molto curiosa, soprattutto i bambini. A dire la verità non ho ancora capito se si rendono conto di cosa si tratta realmente. Ma è sempre bello vedere i sorrisi delle persone, quando passo per strada. Una volta ho addirittura portato un cliente con me, sul cassone, per andare a comprare del terriccio! Poi quando c’è il vento a favore mi sembra quasi di essere in barca a vela. Quando ho il vento contro invece è tutto più difficile…
Che progetti hai per il futuro?
Mi piacerebbe diffondere l’idea che ci siano alternative reali e praticabili per chi vive e lavora in città. Il mio triciclo potrebbe essere un mezzo di trasporto ideale per diverse categorie di lavoratori. Penso soprattutto agli imbianchini, a chi fa le consegne a domicilio, agli elettricisti e agli idraulici. Ma penso anche a chi deve fare dei traslochi. Chiaramente non voglio dire che si possa sempre fare a meno di un furgone, solo che qualche volta ricorrere a mezzi di trasporto alternativi per lavorare in città è concretamente possibile. Spesso poi le persone mi fermano per raccontarmi come in passato a Bologna il triciclo fosse usato dai falegnami o per effettuare le consegne nei bar.
Da dove è venuta l’idea di iniziare ad offrire i tuoi servizi?
Da sempre provo a vivere nel modo più ecologico possibile. Quando si è trattato di lavorare in modo ecologico però non ho trovato ditte che rispondessero ai principi in cui credo. Così ho deciso di aprire un’attività tutta mia.
Chi sono i tuoi clienti? Cosa ti chiedono più spesso?
Dai gestori di hotel e bed & breakfast ai promotori di eventi, dagli artisti agli insegnanti di shiatsu. Spesso iniziano col chiedermi dei consigli: vogliono sapere cosa fare per avere un giardino più ecologico, in che modo procedere per potare o piantare. Altre volte invece mi chiamano per veri e propri lavori di fatica.
In che modo altre persone potrebbero iniziare un’attività simile alla tua in altre parti di Italia?
Innanzitutto bisogna iniziare con un corso di giardinaggio: imparare come curare i giardini e come realizzarli. Poi si può provare un’esperienza lavorativa presso qualche ditta di giardinaggio. Ognuno ha i suoi buoni motivi per aprire un’attività e ogni storia è diversa, ma è sicuramente la passione per il proprio lavoro la cosa più importante: per il giardinaggio, per le biciclette e per l’ecologia. Questo è il mio lavoro ideale. Poi bisogna pensare al mercato: cercare di capire se attività simili esistano già, in che modo si possa offrire qualcosa di realmente diverso. Non si diventerà miliardari, ma l’importante
è la soddisfazione!
Quali sono i tuoi modelli? A che libri o altre esperienze ti sei ispirato nel tuo lavoro?
Penso che la mia particolarità sia che ho raccolto lungo il cammino tecniche e metodi diversi, combinandoli insieme per creare un metodo mio, originale. Inoltre penso sempre che la collaborazione con gli altri sia importante, anche se lavoro da solo. Tutti, a loro modo, mi regalano qualcosa.
Mi dai un’idea dei prezzi dei servizi che offri?
In generale 15 euro all’ora. Con questi prezzi mi sento a mio agio. Lavoro con attrezzi manuali e chiaramente sono più lento di altri.
«Io devo essere il cambiamento che voglio vedere nel mondo»: sul tuo triciclo c’è una frase di Gandhi…
Con questa frase posso provare ogni giorno a trattare il mondo in modo migliore. La mia attività è secondaria rispetto al mio scopo principale: portare armonia e pace nel mondo. Anche per questo utilizzo la tecnica di meditazione Vipassana. Credo che meditazione e giardinaggio ecologico vadano molto bene insieme!
Articolo tratto dal numero arretrato della rivista cartacea Terra Nuova Giugno 2009, anche come eBook disponibili su www.terranuovalibri.it

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