«Superfood», ovvero supercibo: con questa denominazione gli inglesi amano indicare degli alimenti eccezionali dal punto di vista salutistico, delle vere e proprie «bombe». Gli elenchi di queste panacee si sprecano; alcuni comprendono una decina di nomi, altri addirittura un centinaio.
Come si diventa superfood?
È necessario contenere vari elementi preziosi tra cui antiossidanti, flavonoidi, vitamine, carotenoidi e fitonutrienti. Non a caso, nella lista non mancano mai broccoli, cavoli, arance, mirtilli, soia, zucca, noci, pomodori. È indubbiamente vero che questi cibi sono fondamentali per molte ragioni, ma non bisogna cadere nella trappola di farne gli unici alimenti della dieta, senza rispettare la varietà alimentare e la stagionalità. Perciò l’ideale è ricorrere a questi supercibi nell’ambito di un’alimentazione varia ed equilibrata, scegliendo sempre tra i prodotti di stagione.
Ora che la primavera comincia ad affacciarsi, ci sono vari ortaggi e frutti che non dovremmo dimenticare di presentare in tavola per le loro tante proprietà. Forse non faranno tutti parte dell’elenco ufficiale dei superfood (peraltro inesistente), ma sicuramente potranno entrare a pieno merito nella lista di supercibi dei lettori di Terra Nuova.
Foglie di primavera
La stagione delle foglie nuove e del verde tenero ci offre un bell’assortimento di verdure, a cominciare da quelle che crescono nei campi e che hanno nomi ormai dimenticati: caccialepre, acetosa, pimpinella, rucola, raperonzolo, borragine, lattughino, cicorino, crescione acquatico, tarassaco, erba stella e cime di finocchietto, insomma le erbe selvatiche crude che formavano (e speriamo formino ancora) la saporita e sana misticanza dell’Italia centrale.
È una buona idea andare a caccia di
erbe spontanee, se conosciamo dei prati indenni dall’inquinamento, visto che proprio queste
insalatine selvatiche, con le loro
proprietà depurative e diuretiche, sono ritenute un importante fattore per la longevità di popoli come i cretesi. All’interno della misticanza ricordiamo in particolare il crescione d’acqua, che vanta effettivamente il titolo di «superfood». Questa erba delle crucifere, caratterizzata da un gusto gradevolmente e lievemente piccante, ha belle foglioline carnose che chiedono soltanto di essere mangiate crude o cotte, per esempio in insalata o in un panino, o sotto forma di zuppa.
Meglio comunque preferire l’uso a crudo di questa erba, perché altrimenti rischiano di andare persi i suoi preziosi nutrienti, il cui lungo elenco comprende calcio, cloro, ferro, fosforo, potassio, vitamine del gruppo B, E, C e betacarotene, oltre all’1% di fibre. Il crescione si rende utile come diuretico, depurativo, espettorante, stimolante, purgativo, sudorifero, aperitivo, ipoglicemico. Scusate se è poco! La medicina popolare gli attribuisce anche proprietà anticancerogene e, date le premesse, non è difficile crederci. Del crescione ci sono comunque due cose da sapere. La prima è che il prodotto coltivato è più sicuro di quello selvatico, perché quest’ultimo può essere infetto da un parassita non proprio simpatico. La seconda è che un uso eccessivo può dare disturbi a livello di stomaco e vie urinarie.
Restando nel mondo delle foglie, ecco l’umile, trascurata e dimenticata ortica dalle cento virtù. A renderla tanto utile è il suo contenuto di clorofilla (che ha proprietà anticancerogene, antianemiche e antiossidanti), vitamina E, ferro, calcio, manganese, potassio ecc. Come il crescione è un valido depuratore, in più regola le funzioni intestinali, stimola la digestione, ricarica l’organismo di minerali. Si può usare esattamente come gli spinaci (per esempio in zuppe o torte salate, ma anche risotti), però a differenza di questi non contiene acido ossalico e quindi non infastidisce i reumatici. Anche con le ortiche non bisogna eccedere, se non si vogliono rischiare difficoltà al momento di urinare. Per coglierle, basta munirsi di un paio di guanti e scegliere esemplari giovani. Dopo la pioggia le ortiche sono meno urticanti; il loro gusto, però, non è mai pungente, anzi particolarmente delicato e gradevole.
Bulbi e radici
La primavera ci offre anche l’aglio fresco e i ravanelli. Il prezioso aglio ha l’inconveniente di lasciare pesanti strascichi sull’alito, perciò spesso viene – a torto – messo da parte. Lo ammetto, non ci sono antidoti «all’alito da aglio», e l’unico rimedio si rivela la condivisione del gustoso bulbo con gli amici, così mal comune… Del resto non dimentichiamo che l’aglio ha proprietà antibatteriche, antisettiche, antivirali, decongestionanti. È un vero e proprio antibiotico naturale, capace inoltre di abbassare il colesterolo e la pressione.
L’ideale è consumarlo crudo, tritato finemente al momento dell’uso e aggiunto a verdure crude o cotte o a cereali. Per i più coraggiosi c’è l’aioli – ottima se fatta in casa – mentre per i meno audaci c’è la testa di aglio cotta intera in forno, con buccia e tutto. Alla fine basta estrarre lo spicchio (la buccia si toglie facilmente), schiacciarlo con un po’ di olio e gustarlo: è delicato e dolcissimo. Con la testa di aglio cotta in forno si possono preparare salse versatili e squisite. Rosso e croccante, il ravanello è particolarmente apprezzato in insalata.
Il gusto è tutt’altro che delicato, a volte è proprio intenso e piccante, ma proprio per questo molti lo gradiscono. Tuttavia non sempre i suoi apprezzatori, né i suoi detrattori, conoscono tutte le proprietà di questa radice colorata. Valido antisettico delle vie respiratorie e dell’intestino, il ravanello è poi tonico, digestivo, diuretico. Ecco un consiglio per trasformare un piccante mazzetto di ravanelli in una delicata zuppa fredda: frullate gli ortaggi ben lavati con yogurt e acqua fino a ottenere un composto fluido e spumoso.
L’aggiunta di sale marino integrale o gomasio e olio extravergine completa perfettamente il piatto. Ancora più interessanti sono le foglie, che andrebbero consumate in insalata insieme alla radice. Per il loro contenuto di minerali (ferro, calcio, potassio) e di vitamine (A e C) queste parti si rivelano antinfettive, antianemiche, ricostituenti, capaci di agevolare la visione notturna, protettive della pelle.
Frutti rossi
Sta per arrivare il momento delle fragole, e dopo un po’ sarà la volta delle ciliegie. Se possibile, le fragole andrebbero mangiate a morsi al naturale, senza zucchero; meglio ancora se le gustiamo a digiuno, prima del pasto. A rendere questi frutti tanto utili è prima di tutto l’abbondanza di calcio e vitamina C (più che nell’arancia). Anche questi frutti sono in prima linea nella depurazione e disintossicazione dell’organismo. Inoltre sono diuretici, antiossidanti, ipotensivi, lassativi e capaci di rafforzare le difese immunitarie. Le fragole non sono un cibo per tutti: come sappiamo, in alcuni casi possono causare problemi di orticaria.
Rosse o rosate, a volte gialline, bianche o scurissime, tonde o cuoriformi, invece, le ciliegie sono sempre polpute e tentatrici: non a caso si dice che una tira l’altra… Anch’esse sono depurative, antiossidanti e antinfiammatorie, e perfino i diabetici e gli obesi possono gustarle.
Per tutte le stagioni
Ci sono anche supercibi che non conoscono stagione. Eccone una piccola panoramica.
• Tè verde. Dà una bevanda dalle
proprietà antiossidanti, con un buon tenore di vitamine del gruppo B e sali minerali (in particolare fluoro). Al tè verde vengono attribuite proprietà anticancerogene, soprattutto nel caso di tumori al pancreas e al colon, oltre che protettive dell’organismo dagli effetti delle radiazioni. La bevanda stimola senza eccitare e non ha gli effetti negativi del tè nero che, ad alte dosi, potrebbe risultare cancerogeno.
• Germogli. Digeribilità, ricchezza di vitamine e di sali minerali, proprietà disintossicanti,
stimolanti per le difese immunitarie: ecco i pregi dei germogli, saporiti e croccanti alimenti che danno gusto e vitalità alle insalate – e non solo: sono da provare anche nelle zuppe o nelle verdure cotte, dopo essere stati scottati appena.
• Semi di lino. Dotati di
proprietà antinfiammatorie, i semi di lino sono la più importante fonte vegetale di acidi grassi della serie omega 3. Oltre a ciò, contengono vitamina E, minerali e lignani, che sono sostanze dal potere anticancerogeno. I semi di lino vanno usati crudi, macinati al momento con un macinacaffè e aggiunti a insalate, bevande o minestre tiepide.
• Quinoa. Ben digeribile, questo pseudocereale proveniente dall’America latina contiene proteine, grassi insaturi, fibre, minerali (calcio, ferro, magnesio…) e vitamine, in particolare la B3. Ricordiamo anche che la gustosa e versatile quinoa è
priva di glutine.
• Mandorle. Non sono soltanto buone, sono anche un alimento completo, capace di fornire all’organismo sali minerali (calcio, magnesio, fosforo, zinco), acido folico e vitamine del gruppo B. Come se non bastasse le mandorle sono
energetiche, riequilibrano il sistema nervoso e aiutano a combattere lo stress.
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Sesamo, mandorle, pistacchi, semi di girasole e di zucca, nocciole e mandorle sono veri e propri
superalimenti, ricchi in nutrienti e utili per mantenere
un sano equilibrio generale. Sono fonti di
proteine vegetali, minerali e grassi buoni, omega 3 e 6,
fibre e antiossidanti come la vitamina E. Una manciata di semi oleosi nella dieta può addirittura prevenire l’aumento di peso all’interno di un regime calorico controllato. Inoltre aiutano nella
prevenzione del diabete, delle malattie cardiache e di quelle infiammatorie, sostengono lo sviluppo osseo e la produzione di energia.
Le oltre 90 ricette del libro suggeriscono come utilizzare semi oleosi e frutta secca in tutte le portate, dalla colazione al dolce. In queste pagine gli ingredienti della tradizione mediterranea sono sapientemente combinati con altri di paesi più lontani (bacche di goji, semi di chia, alghe), arrivati sulle nostre tavole grazie alla sempre maggiore attenzione per un’alimentazione in grado di associare sapore e salute.