Meglio una casa di legno
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«Il legno è in assoluto il miglior materiale da costruzione oggi disponibile ed è soprattutto il miglior materiale per l’architettura sostenibile» afferma Giancarlo Allen, segretario nazionale Anab (Associazione nazionale architettura bioecologica). Un’opinione pienamente condivisa dai più autorevoli esperti di tematiche ambientali.
I tre porcellini
Il nostro immaginario sulla casa però è ancora molto legato al mattone e nei confronti del legno ha qualche conto in sospeso. Tutti conosciamo la storia dei tre porcellini che volevano costruirsi la propria casetta al sicuro dal lupo, capace di buttar giù i muri con un soffio. A spuntarla fu il porcellino grande, che al posto della paglia e del legno scelse di costruirsi la casa in mattoni
per resistere alle sue incursioni. Il lupo cattivo forse oggi non esiste più, ma quanti ancora si rifugiano più o meno simbolicamente nel mattone?
Da cosa dobbiamo difenderci? In nome di quale principio?
La presunta superiorità del laterizio oggi si scontra con delle tecniche costruttive che rendono la casa in legno più desiderabile, in virtù delle sue prestazioni in termini di comfort, sicurezza, tempi di costruzione ma soprattutto delle sue qualità ecologiche.
Se c’è ancora un lupo o un pericolo da cui difendersi oggi è proprio quello dell’impronta ecologica: l’edilizia infatti è l’attività umana a più alto impatto ambientale!
Ma la voce più attrattiva per il mercato, che forse potrebbe scavare un solco nel nostro immaginario, è senza dubbio il prezzo.
Una casa a basso fabbisogno energetico, di qualità costruttiva tedesca (classe A o B), costa mediamente dai 1050 ai 1300 euro al m2 «chiavi in mano», includendo cioè impianti e sanitari. Il tutto con dei capitolati di alto livello… e montato in 3-4 settimane!
Dall’Alto Adige all’Emilia
La casa di cui parliamo in questo articolo non è la capanna dello zio Tom e nemmeno lo chalet modello Heidi. Non ha le ruote e non si improvvisa con due chiodi e un martello. Parliamo di case prefabbricate con intelaiatura in legno. Di esempi ce ne sono già molti anche sul nostro territorio nazionale, in particolare in Alto Adige.
Grazie al corso «La casa in legno», organizzato dall’Associazione Paea, abbiamo potuto vederne qualche esempio anche in Emilia. Chi si aspettava la baita alpina è rimasto deluso: vista dall’esterno la casa è pressoché identica alle altre abitazioni vicine. A colpire è stata piuttosto la perfetta regolazione climatica (a termosifoni spenti!) e la soddisfazione di chi ci abita.
L’esempio è stato chiaro: il cuore della casa rimane in legno, ma gli interni così come il rivestimento esterno, sono modulabili a seconda del gusto personale o dei vincoli imposti dai regolamenti edilizi locali.
Lo spettro dei piani regolatori per chi vuole la casa in legno dunque è un falso problema. «I vincoli sono sempre di carattere estetico» ci assicura l’ingegner Gian Carlo Benassi durante la visita «e tutt’al più si richiede l’uso di materiali locali o di rivestimenti esterni. Si possono anche incontrare delle resistenze, ma generalmente si tratta di problemi risolvibili. La casa, se è intonacata, è sempre ben accetta».
La natura entra in casa
Dietro al boom del mattone forse c’è la spiegazione di tutto il nostro finto benessere dagli anni Sessanta in poi: il desiderio di prendere spazio, distanza, escludere il mondo esterno dalle proprie quattro mura.
Aggiungiamo l’illusione di erigere roccaforti contro la voracità del tempo che tutto cancella. Con il risultato che adesso quelle case ci sembrano brutte e ingombranti.
Il legno al contrario ci riporta ad un’altra dimensione del vivere e dell’abitare. È materia viva che respira insieme a noi e che ci permette di reintrodurre nelle nostre case un po’ di quella natura che abbiamo lasciato fuori. Mette in equilibrio il livello d’umidità dell’aria interna e
agisce come filtro rilasciando nell’ambiente aria rigenerata. Riduce l’inquinamento elettromagnetico, le polveri e l’elettrosmog. Insomma i benefici abitativi sono molteplici e percepibili ai sensi.
Vivere il legno oggi non è solo una scelta velleitaria, ma uno stile di vita sostenibile. Il legno è una risorsa naturale e rinnovabile, diffuso globalmente e capace di essere integrato su scala locale con processi di filiera corta. L’impiego di legname, nel momento in cui si attesta la provenienza da luoghi di riforestazione, non danneggia l’ambiente, ma anzi contribuisce alla tutela degli ecosistemi forestali.
Dal punto di vista energetico il legno racchiude in sé l’energia immagazzinata nel corso di tutta la vita dalle piante da cui è tratto, le quali assorbono incessantemente anidride carbonica. I diradamenti eseguiti regolarmente creano luce e spazio per le giovani piante e mantengono stabile la struttura dinamica del bosco.
Più sostenibile del cemento
Se si scende un po’ più a «valle», ovvero se dall’albero si passa al prodotto di segagione, i vantaggi ecologici rispetto agli altri materiali costruttivi diventano lampanti. Parliamo della quantità di energia che si impiega per lavorare, trasportare e montare ogni singolo materiale.
Mentre la produzione di un metro cubo di componenti in legno pronti per il montaggio richiede dagli 8 ai 30 kWh, per il cemento il fabbisogno sale a 150-200 kWh, per l’acciaio 5-600 e l’alluminio addirittura 800 kWh.
Una volta finiti i lavori subentra il consumo energetico degli abitanti di casa. Qui i tecnici parlano chiaro: «Il legno per via dell’elevata coibenza termica ci può far risparmiare in media il 40-50% del fabbisogno energetico rispetto alla stessa costruzione in cemento» ci spiega a proposito l’architetto Andrea Grendele dello Studio Vasati. Il confronto di prestazioni in termini di isolamento è impietoso. «Per ottenere lo stesso valore di isolamento termico per una parete in legno di 10 cm» prosegue Grendele «un muro di mattoni dovrebbe avere uno spessore di 54 cm. Se si ha a che fare con una casa di 100 m2 lordi questo risparmio di materiale si traduce in un guadagno di volumetria di circa 7-8 m2». I tre porcellini questo forse non lo sapevano.
I pregiudizi sul legno
È dunque venuto il momento di affrontare il lupo mannaro. Come tutti i materiali vivi il legno è deperibile. Verissimo. In realtà però anche le case in calcestruzzo o mattoni hanno una tenuta nel tempo ugualmente limitata.
In Germania una ricerca realizzata dalla Technische Universität di Braunschweig ha dimostrato che una casa in legno che adotta accorgimenti adeguati ha una durata minima di 100 anni, del tutto equiparabile alle case costruite con materiali più massicci. Contro l’aggressione di parassiti, tarli, funghi o muffe, il legname viene opportunamente trattato con irrorazioni di impregnanti e prodotti a base di boro. La scelta delle essenze e la corretta stagionatura fanno il resto garantendo la conservazione del prodotto. «Una casa con intelaiatura lignea ed intonaco esterno non ha bisogno di alcuna manutenzione» argomenta Grendele. «Si può intervenire solo nel caso si adoperino dei rivestimenti esterni in legno. E per fare modifiche o riparazioni non si deve nemmeno spaccare il muro, ma sarà sufficiente sfilare il pannello».
Il legno non marcisce per umidità, ma per condensa: quindi risulta importante la posa di materiali traspiranti che consentono il passaggio del vapore e la sua rapida evacuazione.
Per le case prefabbricate in legno tutti questi problemi tecnici sono già risolti in fase di progettazione. Basti dire che la garanzia rilasciata dal costruttore su un immobile prefabbricato è mediamente di 30 anni, contro i 10 anni di un edificio tradizionale in muratura.
E infine la prova del fuoco…
Il legno si incendia, è vero, ma l’autocombustione si innesca con temperature superiori ai 300 gradi. Al contrario l’acciaio, di cui è costituita l’armatura portante dei solai, si dilata ad una temperatura di 200° C. In caso d’incendio, il rischio di crollo in una casa con solai in cemento armato è superiore rispetto ad una in legno. Il test realizzato quest’anno in Giappone presso il Building research institute di Tsukuba ha dimostrato che un edificio con struttura portante in legno può resistere a un forte incendio, garantendo per tutto il tempo gli standard di sicurezza degli occupanti e delle squadre di soccorso.
Riguardo al pericolo «terremoti» i tre porcellini possono dormire sonni tranquilli: grazie all’elasticità insita al materiale e al fatto che gli edifici siano costruiti su delle piattaforme di cemento, in caso di sollecitazioni sismiche «galleggiano» sul terreno, senza riportare alcun danno alla struttura. Il lupo può soffiare quanto vuole, la casa resta sempre al suo posto.
Articolo tratto da Terra Nuova Gennaio 2008
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