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Soffia un vento di speranza

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Il vento può spazzare via l’incubo del riscaldameto globale. Lo ha dichiarato Greenpeace in seguito ai risultati del rapporto “Global Wind Energy Outlook 2006”.
Circa il 34 per cento dell’energia mondiale potrà essere fornita dal vento entro il 2050. Lo afferma il rapporto “Global Wind Energy Outlook 2006” diffuso oggi ad Adelaide (Australia) da Greenpeace insieme al Global Wind Energy Coulcil (GWEC), l’associazione che raggruppa circa 1500 società ed istituzioni  in 50 Paesi, tra cui i maggiori produttori di turbine eoliche.
Secondo il rapporto, il vento permetterà di “risparmiare”, ossia non emettere in atmosfera, ben 110 miliardi di tonnellate di CO2 da qui al 2050, pari alle emissioni di anidride carbonica dell’intera Europa in circa 25 anni. Finora la crescita dell’eolico è stata notevole, se paragonata alle altre fonti rinnovabili. Dal 1995 al 2005 la potenza installata nel mondo è cresciuta di dodici volte, passando da 4.800 Megawatt a quasi 60 mila Megawatt. Ben 11.500 Megawatt sono stati installati solo nel 2005. L’industria eolica è oggi presente in ben 50 Paesi nel Mondo. Germania, Spagna, USA, India e Danimarca sono tra i Paesi che più hanno creduto e investito nella nuova fonte rinnovabile, ma anche l’Italia, l’Olanda, la Cina, il Giappone il Portogallo e la Gran Bretagna stanno lanciando interessanti segnali di sviluppo.
«L’abbattimento delle emissioni di CO2 del 50% al 2050 obiettivo minimo per contenere l’aumento della temperatura terrestre al di sotto dei due gradi centigradi  potrà essere raggiunto solamente se l’energia eolica verrà sviluppata con determinazione fin da ora» afferma Francesco Tedesco, responsabile campagna clima di Greenpeace. «In futuro l’eolico giocherà un ruolo importante nel panorama energetico mondiale, ma il vero problema è il tempo. Se vogliamo fermare il riscaldamento globale occorre sviluppare le fonti rinnovabili il più velocemente possibile. L’Italia è ancora in ritardo: serve uno sforzo coerente per una politica seria sull’eolico, sia a livello centrale che locale».
Greenpeace chiede ai Governi di tutto il mondo di bloccare gli aiuti economici all’industria che ricava i propri profitti dalle fonti fossili e dal nucleare e sostenere invece un’industria che è fonte di sviluppo e occupazione. Il numero di nuovi posti di lavoro creati dall’industria eolica potrà variare tra i 480 mila e i 2,1 milioni. Sovvenzionare petrolio e carbone, inoltre, significa sovvenzionare lo scioglimento dei ghiacciai, favorire l’intensificarsi di eventi climatici estremi, e contribuire all’innalzamento della temperatura media terrestre.
«L’energia eolica è pulita e indipendente dal prezzo del petrolio» ha affermato Arthouros Zervos, Presidente di GWEC, «un futuro energetico dominato dall’eolico non è fantasia. La tecnologia è matura e vi sono le possibilità di svilupparla su larga scala. Le scelte politiche degli anni a venire influenzeranno il clima e la situazione economica del mondo intero».

Leggi il “Global Wind Energy Outlook 2006” (in inglese, spagnolo e francese):
http://www.greenpeace.org/international/press/reports/globalwindenergyoutlook
Fonte: Ufficio stampaGreenpeace ufficiostampa@greenpeace.it

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