Neonati ipernutriti, specie se bevono latte artificiale
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«Venti anni fa – afferma Mercedes de Onis, portavoce dell’Oms – si credeva che i bambini allattati al seno crescessero troppo poco nei primi due-tre mesi. Tanto che le neomamme erano spinte ad addizionare la dieta dei loro figli con un po’ di latte artificiale arricchito. Oggi invece si sa che il latte materno è l’alimento migliore che si possa dare ai neonati, l’esatta combinazione di nutrienti».
«È venuta l’ora di svecchiare le tabelle nutrizionali – continua il portavoce dell’Oms, forte di uno studio su 8.440 bebè di sei Paesi diversi – non più aggiornate dalle moderne acquisizioni scientifiche, per stabilire il giusto apporto nutrizionale dei bambini». Ma non solo, sempre secondo i calcoli dell’Agenzia delle Nazioni Unite per la salute anche i pesi consigliati riferiti ai bambini di due e tre anni, sono sovrastimati del 15-20%. Per esempio, i parametri per i bambini di un anno prevedono un peso tra i 10,2 e i 12,93 chili, mentre il peso giusto è tra 9,53 e 11,79.
Arteriosclerosi precoce
Le nuove tabelle non sono ancora pronte, ma l’Agenzia dell’ONU promette di renderle pubbliche entro la fine del 2005, sottolineando che: «le nuove tabelle in preparazione stabiliranno che il fabbisogno giornaliero per i bebè dovrà essere circa il 7% in meno rispetto a quelle attuali».
Un dato preoccupante se si considera che l’ipernutrizione spesso conduce all’obesità precoce e che i bambini obesi rischiano l’arteriosclerosi
come gli adulti. E diventano predisposti, in età giovanile, a gravi malattie cardiovascolari come l’infarto e l´ictus. La parete delle loro arterie risulta alterata come quella che potrebbe avere chi ha sessant’anni e più. A rivelarlo è una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista d’Oltreoceano Diabetes Care e condotta dall’équipe guidata da Maria Rosaria Licenziati, dallo staff coordinato da Arcangelo Iannuzzi, primario di Medicina a Cava dei Tirreni in collaborazione con Vittorio Salvatore e Maurizio Trevisan, chief di Epidemipologia e statistica nell’università americana di Buffalo.
«Abbiamo studiato cento ragazzi obesi, maschi e femmine tra i sei e i quattordici anni – spiega la Licenziati – confrontandoli poi con un analogo gruppo di controllo costituito da bambini di peso normale. Ebbene, negli obesi la pressione arteriosa è risultata significativamente più elevata, così come i valori di trigliceridi, insulina e Pcr. Tutti questi risultati (anormali) predicono alterazioni metaboliche dell’obesità, mentre il dato più sconcertante è arrivato dalla ultrasonografia che ha messo in luce alterazioni vascolari tipiche dell’arteriosclerosi».
Ipernutrizione e bulimia
Un altro studio ha messo in relazione l’ipernutrizione nei primi anni d’età il rischio di bulimia da adulti. La ricerca è stata condotta da un équipe di psichiatri del King’s College di Londra su 154 coppie di gemelle, in cui una delle sorelle aveva sviluppato un disordine alimentare di tipo bulimico. I ricercatori hanno chiesto alle mamme delle gemelle di compilare un questionario sulle abitudini alimentari delle figlie. Le gemelle diventate bulimiche erano significativamente più in soprappeso, meno attive e ipernutrite nell’infanzia, rispetto alle sorelle sane.
Articolo tratto da Terra Nuova – Aprile 2005