Numerosi studi epidemiologici hanno oramai dimostrato che accanto alla componente genetica ereditaria (per fortuna in un’elevata percentuale di casi, l’asma infantile tende a regredire completamente) un ruolo di grande importanza svolgono i fattori ambientali. In pratica, l’allergia può essere interpretata come una sorta di iperattività, una reazione esagerata da parte del sistema immunitario nei confronti di sostanze disperse nell’ambiente (pollini, polvere, peli di gatto, ecc), normalmente innocui per la maggior parte delle persone, ma che negli individui predisposti fa scattare la reazione allergica. L’allergia prevede sempre due momenti distinti: una prima fase detta di “sensibilizzazione”, in cui il soggetto viene a contatto con la sostanza scatenante (antigene), dopo di che il sistema immunitario reagisce producendo anticorpi specifici (IgE) che si legano a cellule del tessuto connettivo (mastociti) e cellule del sangue (basofili). In un secondo tempo, in seguito ad una nuova esposizione alla stessa sostanza, l’antigene si lega a due IgE adiacenti, creando in questo modo dei “ponti”, fenomeno che stimola la degranulazione di mastociti e basofili e la sintesi ex novo di mediatori infiammatori i quali, una volta liberati, provocano vasodilatazione, aumento della permeabilità dei vasi e delle secrezioni ghiandolari.
Nell’asma i mediatori chimici, liberati a livello bronchiale, provocano la contrazione della muscolatura liscia dei bronchi, causando un’ostruzione bronchiale che determina una difficoltà respiratoria (dispnea), accompagnata durante l’espirazione da caratteristici sibili. Il soggetto assume spontaneamente una posizione per cui gli è più facile respirare, seduto con i gomiti appoggiati al tavolo. Molto spesso la crisi asmatica è accompagnata o è seguita da una tosse con espettorazione di muco scarso e molto viscoso. A tavola In genere, per i soggetti allergici è importante seguire un’alimentazione a basso contenuto di sostanze allergizzanti e amine vasoattive; in particolare, vanno eliminati dalla dieta: latte e derivati, uova, noci, molluschi, salumi, bibite alcoliche, cioccolato e alcuni frutti come kiwi, fragole, arance e più in generale alimenti, bevande e farmaci trattati con additivi (coloranti e conservanti). Il latte e i suoi derivati sono da evitare soprattutto per coloro che soffrono di asma e/o rinite allergica, questo perché tali alimenti provocano un’ipersecrezione di muco in soggetti che hanno una funzione emuntoriale costituzionalmente ridotta, quindi una minor capacità di eliminare le tossine, la cui azione si ripercuote in particolare a livello respiratorio. In particolare, additivi come la tartrazina e i benzoati stimolano la produzione di un composto che aumenta il numero delle mastociti nell’organismo. Questi, come abbiamo sopra menzionato, sono coinvolti nella produzione dell’istamina e di altri mediatori che provocano la reazione allergica. Una persona in cui i mastociti sono numerosi sarà in genere più esposta alle allergie. Attenzione al fegato La reazione allergica è un momento in cui, attraverso lo scatenarsi del processo infiammatorio, l’organismo pone le condizione per eliminare il sovraccarico di tossine che non riesce in altro modo a liberare.
Normalmente gli organi emuntori (pelle, reni, intestino, polmoni) provvedono a purificare l’organismo e a liberarlo dal carico tossico accumulato quotidianamente. Accumulo che può essere sia fisico che psichico. Lo stress di per sé, indebolisce la capacità di eliminazione degli organi emuntori, superata una determinata soglia scatta l’allarme ed interviene il processo infiammatorio. Spesso il soggetto allergico ha il fegato in sovraccarico, anche per questo è bene che eviti latticini, proteine animali in eccesso, ma anche le solanacee (in particolare pomodori, peperoni e melanzane), arachidi e noci. Trae invece grande giovamento dagli alimenti di provenienza biologica come: cereali integrali, verdura, frutta, legumi, pesce, alghe, miso o oli spremuti.