Dal seme alla tavola
homepage h2
Negli ultimi 100 anni, secondo la Fao, il 75% di tutte le varietà e specie vegetali impiegate in agricoltura è scomparso con danni per l’ambiente e per l’uomo.
Sul banco degli imputati l’agricoltura di tipo industriale, caratterizzata dalla coltivazione di un numero sempre più ridotto di varietà vegetali coltivato in porzioni di territorio sempre più estese. Questa omogeneità genetica alimenta la diffusione di malattie delle piante e implica un utilizzo sempre maggiore di pesticidi.
All’agricoltura industrializzata sono imputati anche il 60% della perdita di biodiversità e il 33% del degrado del suolo.
L’agricoltura biologica e biodinamica può essere parte della soluzione, a partire dalla coltivazione e salvaguardia di semi liberi da manipolazioni genetiche, liberi di essere riprodotti dagli agricoltori e adatti all’agricoltura biologica, in grado di dare buone rese anche senza l’impiego di concimi e pesticidi di sintesi.
Questo il focus principale del webtalk che si terrà mercoledì 21 Aprile, alle ore 11.00, sui socila di NaturaSì e Slow Food.
Lectio magistralis
Stefano Mancuso, Botanico, Università di Firenze.
Stefano Mancuso, Botanico, Università di Firenze.
Tavola rotonda con:
Fausto Jori, NaturaSì
Federica Bigongiali, Fondazione Seminare il Futuro
Carlo Petrini, Slow Food
Fausto Jori, NaturaSì
Federica Bigongiali, Fondazione Seminare il Futuro
Carlo Petrini, Slow Food
Conclusioni di:
Maurizio Martina, Vice Direttore Generale FAO
Maurizio Martina, Vice Direttore Generale FAO
Modera l’incontro Sabrina Giannini, giornalista, conduttrice di Indovina chi viene a cena su Rai3