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I nuovi OGM e il parere negativo dell’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria dell’alimentazione

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I nuovi Ogm sono le cosiddette New genomic techniques (Ngt), che l’Europa e le multinazionali vogliono deregolamentare, ma sulle quali l’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria dell’alimentazione ha espresso un parere critico e preoccupato.
I nuovi OGM e il parere negativo dell’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria dell’alimentazione

Il termine New genomic techniques (Ngt) comprende una serie di biotecnologie per l’ingegneria genetica che “promettono” di accelerare lo sviluppo di nuovi tratti utili nella selezione delle piante e di “correggere” le disfunzioni di altri organismi viventi, compreso l’essere umano. Mentre le istituzioni lavorano per accontentare le imprese e per evitare che i prodotti derivati dalla loro applicazione siano identificabili, tracciabili ed etichettati, si moltiplicano gli studi che denunciano effetti collaterali in zone del Dna diverse da quelle prese di mira, alterazioni e delezioni geniche, oppure errate riparazioni dei filamenti in seguito all’utilizzo delle forbici molecolari.

Gli effetti di questi errori possono manifestarsi nella progenie dell’organismo su cui è stata condotta la sperimentazione. Tra i pareri assai critici c’è quello dell’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria dell’alimentazione, dell’ambiente e del lavoro (Anses), che menziona «rischi legati a cambiamenti inattesi nella composizione della pianta, che potrebbero dar luogo a problemi nutrizionali, di allergenicità o di tossicità». Affermazioni inquietanti, che sono contenute in un rapporto del gennaio 2024 insabbiato dal governo per mesi, fino a che la notizia non è uscita su Le Monde. 

Il pronunciamento dell’Anses, però, non è un fulmine a ciel sereno. Gli appelli di scienziati indipendenti si susseguono da anni. Semplicemente vengono trascurati, mentre vengono amplificati quelli che sottolineano i vantaggi delle biotecnologie.
Gli scienziati indipendenti, così come le organizzazioni contadine e ambientaliste, sono preoccupati del fatto che le proposte di deregolamentazione dei nuovi Ogm possano avere l’effetto di ridurre l’indagine scientifica e impedire la supervisione dell’operato dei biotecnologi. Proprio nel momento in cui assistiamo a una rapida evoluzione nel campo dell’ingegneria genetica e di discipline contigue come la biologia sintetica, invece di aumentare le cautele c’è una spinta a cancellare obblighi di monitoraggio e di verifica. Con essi, verrebbe meno la responsabilità di identificare gli effetti indesiderati. Una simile proposta è problematica, anche perché oggi il processo tecnico, mentre reclama meno supervisione, si sta prendendo il centro della scena nel rivendicare diritti di proprietà intellettuale, come brevetti e licenze per l’uso di questi metodi di modificazione del genoma. La brevettazione è il vero business che tiene insieme scienziati e industria sementiera, come dimostra l’intreccio di accordi commerciali tra le due sfere. 
Le informazioni sono tratte dal libro “Perché fermare i nuovi OGM” di Francesco Paniè e Stefano Mori (Terra Nuova edizioni).

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