Lo slogan è il solito: «Più soldi, più posti di lavoro, più ricchezza». Il tutto condito con parole rassicuranti come impatto zero, sostenibilità, trasparenza… Ma c’è anche chi racconta un’altra versione e le ombre sui prossimi giochi olimpici, che si terranno nel 2026 tra Milano e Cortina, si fanno sempre più lunghe e insidiose. Comitati, cittadini ed esperti dicono «basta!».
Ventiduemila chilometri quadrati: questa è l’estensione dell’area interessata dalle Olimpiadi Milano-Cortina che si svolgeranno in Lombardia, Veneto, Sud Tirolo e Alto Adige dal 6 al 22 febbraio 2026 e che stanno sollevando non poche critiche da parte di ambientalisti, comitati cittadini, associazioni, ma anche di economisti e scienziati rispetto alla sostenibilità economica, sociale e ambientale degli oltre cento interventi previsti tra quelli sportivi, infrastrutturali e di altro genere.
Dietro all’accensione del grande albero olimpico, che avverrà a Milano il 6 dicembre 2025, ci sono molte ombre. E ci sono in gioco molti miliardi di euro, tanti interessi, sia dei costruttori a cui sono stati assegnati i lavori di realizzazione delle infrastrutture necessarie che degli sponsor, le ambizioni di un Paese e il coinvolgimento di enti diversi sia di tipo pubblico che privato.
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