“Poveri muscoli del viso”: la rubrica satirica di Arianna Porcelli Safonov

Da un po’ di tempo, ho notato che le mie amiche si ammazzano di tutorial per imparare a massaggiarsi il viso. Restano comunque mie amiche, ma su questo aspetto provo imbarazzo.

In rete è pieno di bellissime maestre zen che spiegano come schiaffeggiarsi come fanno le star per restare toniche: a me sembra offensiva tutta quest’auto-violenza! Sul viso ci sono muscoli che lavorano molto più di tutti gli altri messi assieme: penso alla quantità di espressioni che faccio ogni volta che ascolto la musica che mandano in filodiffusione nei negozi o quando vedo un neonato di pochi giorni e sento la gente dire: «Che carino!».

Quante espressioni faranno gli archeologi quando scoprono qualcosa di grosso? Un sarcofago, un diadema, un regi- stratore vocale rimasto nascosto nella bara di Andreotti? Migliaia di muscoli facciali, ogni giorno, si ammazzano di lavoro per noi, gridandosi tra di loro un sacco di cose, tipo: «Avanti, attivare i muscoli del sorriso per questo tizio! Lo so che è uno stronzo, ma è il suo capo!»; oppure: «Bisogna piangere, ragazzi. Lo sapete che il cervello di questa donna ci chiede di frignare quando va dal giudice con l’ex marito, coraggio! Prima piange, prima ce ne an- diamo a casa e, coi soldi che rimedia, magari ci congela a tutti con un bel lifting, per un paio di mesi, dai!».

I nostri muscoli ci conoscono, ci chiamano per nome, sanno che compreremo il gelato anche se hanno sentito che non possiamo mangiarlo, sanno che non chiameremo per chiedere scusa. Perché maltrattarli solo per renderli più tonici? Pensate se si ribellassero, che tragedia! Pensate se, per rappresaglia, si mettessero a sorridere agli sconosciuti, se serrassero la mandibola mentre facciamo un ritiro yoga che abbiamo profumatamente pagato! Pensate se ci impedissero di scoppiare a ridere, ci obbligassero a smorfie di schifo al ristorante stellato o a tirar fuori la lingua quando ci fermano al posto di blocco.

Per fortuna, a differenza nostra, i muscoli restano dei professionisti sinceri e gagliardi: ci sostengono, ci guidano infaticabili e costanti, a volte ci disconoscono, ma ci restano fedeli come i cani che ci amano anche quando facciamo schifo a tutti.

Massaggiarli è il minimo che si possa fare per loro, vi prego, non picchiamoli come ci dicono le star!
Meglio non far niente di ciò che ci dicono persone pagate per dircelo. A eccezione della psicoterapia, che so che anche i nostri muscoli facciali vorrebbero che iniziassimo.

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Arianna Porcelli Safonov è performer di monologhi di satira e critica al costume sociale. Laureata in Storia del costume, ha scritto due libri umoristici, Fottuta Campagna e Storie di matti (Fazi Editore). Dal 2018, collabora con l’Università di Pavia, con una docenza legata alle tecniche di improvvisazione applica- te agli ambiti manageriali.

www.ariannaporcellisafonov.com

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