Nella Giornata mondiale dell’ambiente, che cade il 5 giugno, il bilancio di sostenibilità desta preoccupazione. Dal 2015 sono stati superati 6 dei 9 limiti planetari per: cambiamento climatico; perdita di biodiversità; uso del suolo; flussi biogeochimici; entità inquinanti; utilizzo d’acqua dolce.
Nella Giornata mondiale dell’ambiente, che cade il 5 giugno, il bilancio di sostenibilità desta preoccupazione. Dal 2015 sono stati superati 6 dei 9 limiti planetari per: cambiamento climatico; perdita di biodiversità; uso del suolo; flussi biogeochimici; entità inquinanti; utilizzo d’acqua dolce.
La nostra salute, dipende anche da quella del Pianeta.
«La nostra economia del “prendi-produci-scarta” ha portato a un diffuso esaurimento delle risorse – prosegue il WWF – Il ritmo con cui stiamo degradando il suolo minaccia la sicurezza alimentare globale; molti dei minerali e dei metalli comunemente utilizzati nella produzione di moltissimi oggetti, vengono sprecati e smaltiti con gravi conseguenze ambientali; abbiamo convertito metà delle terre emerse in campi coltivati o allevamenti di bestiame; 9 persone su 10 nel mondo respirano aria malsana. Sappiamo non solo che la Terra ha dei confini che non devono essere superati, ma anche che dal 2015 almeno sei lo sono già stati: il cambiamento climatico, l’integrità della biosfera (perdita di biodiversità), il cambiamento d’uso del suolo, i flussi biogeochimici e, più recentemente nel 2022, l’umanità ha superato il confine planetario relativo alle entità inquinanti, inclusa la plastica, a minaccia degli ecosistemi marini e terrestri. Nel 2023, è stata la volta dell’utilizzo di acqua dolce. Questo preoccupante trend non si sta fermando perché è alimentato dai nostri attuali modelli frenetici di sviluppo e di consumo».
L’ITALIA SCENDE AL 41° POSTO DAL WORLD HAPPINESS REPORT
«Contemporaneamente il grado di felicità degli italiani sta diminuendo. Nel ranking stilato dal World Happiness Report quest’anno, l’Italia continua a perdere posizioni (ben 8 dall’anno scorso in cui eravamo al 33° posto!), attestandosi al 41° posto nella graduatoria generale scrive ancora l’associazione ambientalista – Tra le fonti di felicità, per gli italiani, la salute pesa per il 65% delle persone. È di fatto il fattore più importante a fianco alle relazioni sociali e sentimentali e al tempo libero».
«Vivere felici entro i limiti non è solo una questione di ridistribuzione delle risorse, ma anche di riduzione dei consumi complessivi e di trasformazione dei sistemi di approvvigionamento – afferma Eva Alessi, responsabile sostenibilità del WWF Italia– Sono molti i benefici di uno stile di vita sostenibile, a partire dal benessere personale, con una migliore qualità della vita, una dieta più sana, meno stress e più tempo per attività all’aperto e in famiglia; un risparmio economico che deriva da eliminare gli eccessi e ridurre gli sprechi».
«La priorità è quella di abbattere le emissioni di gas serra, con sistemi energetici fondati sulle energie rinnovabili, e stabilizzare la temperatura globale. La transizione energetica implica una vera rivoluzione culturale non solo nel modo di produrre e consumare (meno) energia, ma ci offre l’opportunità di avere molti co-benefici anche dal punto di vista della salute e dell’adattamento agli impatti della crisi climatica già in atto. Può quindi portarci a vivere in un mondo più giusto, più equo e più pacifico».
«Occorre anche ridurre gli impatti del settore produttivo che maggiormente pesa sulla perdita di biodiversità e di ecosistemi. È necessaria una transizione globale verso un sistema alimentare sostenibile». Tra gli obiettivi da raggiungere c’è quello di un aumento della superficie coltivata con metodo biologico, la riduzione di perdite e sprechi alimentari, il miglioramento del benessere degli animali. E sul fronte delle scelte personali, è utile prediligere una dieta sostenibile e bilanciata, riducendo il consumo di prodotti animali.
Il passaggio utile è da uno sfruttamento senza limiti delle risorse a un impiego più limitato, più consapevole e più efficiente delle risorse, con una minore produzione di rifiuti.
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