Associazioni ambientaliste e cittadini hanno evidenziato in una lettera le conseguenze potenzialmente negative della realizzazione di rigassificatori di GNL e opere portali sulla sponda del Santuario Pelagos, il santuario dei mammiferi marini.
Associazioni ambientaliste e cittadini hanno evidenziato in una lettera le conseguenze potenzialmente negative della realizzazione di rigassificatori di GNL e opere portali sulla sponda del Santuario Pelagos, il santuario dei mammiferi marini.
Il Santuario interessa 2.022 km di coste che vanno dalla Costa Azzurra al Litorale Ligure e Toscano, alle Bocche di Bonifacio, e comprende le isole di Hyeres, dell’Arcipelago Toscano e l’intera isola della Corsica.
I mammiferi marini sono rappresentati dalle varie specie di Delfini e Balene, dai più grandi Capodoglio ed Orca, i più rari Zifio, Globicefalo e Grampo, ma anche dall’ormai rarissima Foca Monaca.
«Associazioni e cittadini esprimono la preoccupazione per le opere in fase di realizzazione nella sponda italiana del Santuario Pelagos: rigassificatori di GNL e opere portuali – scrivono nella lettera i rappresentanti di Rete No Rigass No Gnl Nazionale, Associazione Posidonia Porto Venere A.P.S., Area Marina Protetta “Miramare”, Shoreline Scarl e WWF Liguria – Si trae spunto da recenti notizie che segnalano una diminuzione della quantità di plancton disponibile per la catena alimentare nell’area in questione, il che potrebbe ripercuotersi a cascata fino ai Cetacei che la frequentano. Si teme che i progetti (analizzati singolarmente in fase di VIA, ma non nel loro complesso) non tengano conto dell’impatto sulla catena alimentare e sull’ecosistema nel suo complesso».
«Le procedure di VIA affrettate (per via dell’emergenza energetica) e lo “spezzatino” che ne è stato fatto non hanno permesso, tra l’altro, di considerare proposte progettuali alternative per la diga di Genova e per il processo di rigassificazione. L’impatto sui canyon sottomarini e sull’equilibrio ecologico complessivo del Mediterraneo è sottovalutato. Le misure di mitigazione previste (come il traspianto di organismi) sembrano inadeguate» si legge ancora.
«I firmatari constatano che:
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Gli impatti potenzialmente generati da tali progetti (ostacolo alla circolazione marina, sterilizzazione dell’acqua di processo, risospensione di sedimenti) rischiano di mettere in crisi la rete trofica che sostiene i grandi predatori presenti nel Santuario Pelagos.
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A fronte di una strategia energetica ben definita, ci si trova davanti ad uno spezzatino di opere e infrastrutture con le proprie VIA (quelle che le hanno). Si perde così la visione d’insieme di impatti ambientali transnazionali.
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La fretta nelle procedure consente ai proponenti delle opere di realizzare le scelte economicamente più vantaggiose, a discapito della tutela dell’ambiente».
«E chiedono che:
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Le situazioni di pericolosità e di danno cumulativo qui denunciate siano prese in considerazione e dibattute a livello transnazionale.
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Che vengano rafforzate le misure di tutela ambientale.
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Che vengano effettuati monitoraggi ambientali congiunti e che i risultati di tali attività siano discussi collegialmente all’interno della comunità scientifica del Santuario Pelagos».
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