Come possiamo capire i meccanismi che alimentano guerre e militarizzazione? E le loro conseguenze economiche e sociali? “Economia a mano armata 2024. Spesa militare e industria delle armi in Europa e in Italia” è il report realizzato da Sbilanciamoci! e Greenpeace.
Come possiamo capire i meccanismi che alimentano guerre e militarizzazione? E le loro conseguenze economiche e sociali? “Economia a mano armata 2024. Spesa militare e industria delle armi in Europa e in Italia” è il report realizzato da Sbilanciamoci! e Greenpeace.
«Siamo di fronte all’estendersi e aggravarsi dei conflitti: la guerra tra Ucraina e Russia, la guerra di Israele a Gaza, in un Medio oriente in cui si moltiplicano le azioni militari, le molte guerre in Asia e Africa lontane dall’attenzione dell’occidente – scrivono gli autori del report – L’Europa e l’Italia ne sono coinvolti in misura crescente, e hanno preso la strada dell’aumento della spesa per armamenti e della militarizzazione dell’economia». Una parte rilevante del report è dedicata alla traduzione italiana del Rapporto di Greenpeace “L’Europa delle armi. La spesa militare e i suoi effetti economici in Germania, Italia e Spagna”, pubblicato in inglese nei mesi scorsi. Lo studio, realizzato da Chiara Bonaiuti, Paolo Maranzano, Mario Pianta e Marco Stamegna, analizza la crescita della spesa militare in Europa nel quadro dell’andamento delle economie, mettendo a confronto gli effetti su crescita e occupazione della spesa per armi e della spesa sociale e ambientale. I risultati mostrano che spendere per le armi porta a una minor espansione rispetto alla spesa civile.
L’intreccio tra spese militari e industria delle armi è analizzato da Francesco Vignarca, responsabile della Reta italiana per la pace e il disarmo. Raul Caruso mette in discussione le tesi secondo le quali più spesa militare porta a maggior sicurezza e esamina la questione dell’integrazione europea nella spesa militare. Sofia Basso presenta un quadro delle missioni militari all’estero che hanno l’obiettivo di proteggere le fonti energetiche – gas e petrolio – nei paesi in conflitto. Gianni Alioti analizza la struttura del settore, la classifica delle maggiori imprese delle armi – da Leonardo a Fincantieri –, la gerarchia esistente tra i produttori, la scala multinazionale delle attività, la dimensione finanziaria che diventa sempre più importante, i dati sull’occupazione. È una documentazione preziosa per capire strategie e ruolo dell’industria militare di casa nostra.
Un approfondimento sul caso del nuovo caccia Tempest, una inconsueta co-produzione internazionale che coinvolge l’Italia, è di Guglielmo Ragozzino, mentre Giorgio Beretta presenta il quadro delle esportazioni italiane di armamenti, mostrando le responsabilità del nostro paese nell’alimentare conflitti in corso e aree di tensione internazionale.
Marinella Correggia spiega la storia e le esperienze di riconversione dal militare al civile in Italia, dalle mine Valsella alle bombe Rwm in Sardegna. Infine, Andrea Coveri e Dario Guarascio esplorano la nuova frontiera delle produzioni militari, quella delle piattaforme digitali, mostrando come le grandi imprese Usa del settore – Amazon, Google, Microsoft – sono sempre più coinvolte nelle commesse militari degli Stati Uniti e applicano ai preparativi di guerra le tecnologie digitali finora sviluppate in campo civile.
In fondo al testo trovate il Report da scaricare
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LETTURE UTILI
Pensato come un vero e proprio atlante, dove ogni conflitto ha pari dignità, è un annuario aggiornato delle guerre in atto sul Pianeta. Vengono analizzate e spiegate le ragioni di tutti gli scontri armati in corso: chi combatte e perché, qual è la posta in gioco e le ragioni che muovono al conflitto.
Senza prendere posizione a favore di qualcuna delle parti in causa, l’Atlante è uno strumento fondamentale di informazione e di costruzione di una coscienza civile.
La XII edizione dell’Atlante ha il suo focus sui conflitti tra Israele e Palestina e tra Russia e Ucraina.
Contiene dossier tematici su:
• La recrudescenza del conflitto Israele-Palestina
• Gli sviluppi più recenti del conflitto Russia-Ucraina
• Riarmo e nuovo pericolo nucleare
• Il dramma dei civili in zone di guerra
• Cina e nuovi equilibri
• Guerra e beni artistici
• Guerra e finanza
• Peacebuilding
• Donne e diritti
Con schede conflitto e infografiche generali.
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Sono oltre 30 le guerre in corso sul Pianeta. Gli Stati si affidano alle armi per trovare soluzioni, mentre sarebbe urgente investire sull’emergenza climatica, sui diritti umani, sulla democrazia.
Crocco e Giordana invitano a guardare il Mondo con occhi differenti, abbandonando le logiche armate della geopolitica a favore di una “geografia dei diritti umani”, che ponga al centro delle relazioni tra Stati la cooperazione e il rispetto dei diritti.
Non si tratta di un approccio teorico o ideale, è semplicemente realistico, forse l’unico che può fermare questa pericolosa corsa alle armi.
Gli autori
Raffaele Crocco è direttore responsabile dell’
Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo , dei siti atlanteguerre.it, atlasofwars.com, ed è direttore editoriale di
Unimondo. È stato giornalista RAI, collaboratore delle trasmissioni
Est Ovest e
Mediterraneo. Ha lavorato come inviato di guerra, è autore di libri e documentari.
Emanuele Giordana, giornalista e asiatista, già docente di Cultura indonesiana, direttore di Ecoradio e del mensile Terra, insegna giornalismo ed è cofondatore di Lettera 22. È presidente dell’associazione Afgana e ha scritto saggi, curato collettanee di geopolitica. Scrive per diverse testate ed è direttore editoriale del sito atlanteguerre.it.