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Survival: «Kawahiva incontattati alla mercè di taglialegna armati e bande violente»

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L’esistenza dei Kawahiva era stata confermata 25 anni fa ma la loro terra non è ancora stata effettivamente demarcata come Territorio Indigeno, nonostante sia stata riconosciuta ufficialmente”. E ora sono sempre più minacciati. Lo denuncia Survival International.
Survival: «Kawahiva incontattati alla mercè di taglialegna armati e bande violente»

L’esistenza dei Kawahiva era stata confermata 25 anni fa ma la loro terra non è ancora stata effettivamente demarcata come Territorio Indigeno, nonostante sia stata riconosciuta ufficialmente”. E ora sono sempre più minacciati. Lo denuncia Survival International, organizzazione che da anni si batte per i diritti dei popoli nativi.
«Gli attivisti per i diritti indigeni hanno criticato le autorità brasiliane per aver lasciato i sopravvissuti della tribù incontattata dei Kawahiva alla mercè di attacchi, in una delle aree più violente del paese – denuncia Survival – L’esistenza dei Kawahiva (che non hanno contatti con gli esterni) è stata confermata ufficialmente 25 anni fa, e nel 2011 (13 anni fa) sono stati ripresi in video nel corso di un incontro fortuito. Esattamente otto anni fa sono stati intrapresi i primi passi per il riconoscimento dell’area come Territorio indigeno, ma la delimitazione effettiva del loro territorio non è ancora stata completata. Le autorità hanno infatti rallentato il processo di fronte all’opposizione di potenti trafficanti di legname e allevatori di bestiame che operano nelle vicinanze. Il territorio dei Kawahiva si trova all’interno della municipalità di Colniza, una delle aree più violente del Brasile. Il 90% del reddito di Colniza deriva dal traffico illegale di legname».
«È noto che, negli ultimi decenni, molti Kawahiva siano stati uccisi da trafficanti di legname e allevatori. Altri sono morti per malattie importate dagli esterni. I sopravvissuti sono gli ultimi Kawahiva – prosegue Survival – Nell’agosto 2022, la Corte Suprema del Brasile aveva dato al Dipartimento brasiliano agli Affari indigeni (FUNAI) 60 giorni per finalizzare un piano per la demarcazione definitiva del territorio, ma finora non c’è stato alcun progresso».
«L’unico modo per garantire la loro sopravvivenza è delimitare il territorio e tenere lì una squadra di protezione territoriale in modo permanente» ha detto Jair Candor, noto funzionario FUNAI incaricato di proteggere il territorio dalle invasioni. «Se non sarà così, i Kawahiva saranno relegati nei libri di scuola, come moltissimi altri popoli indigeni della regione». 
«È fondamentale che la delimitazione di questo territorio ricominci – ha dichiarato Eliane Xunakalo, presidente dell’organizzazione indigena locale FEPOIMT – La sicurezza dei nostri parenti incontattati può essere garantita solo se il territorio sarà demarcato». 
«È passato più di un anno dall’entrata in carica del Presidente Lula, e il processo di protezione del territorio Kawahiva sembra essere congelato, nonostante questo popolo viva in una delle aree più violente del paese» ha dichiarato oggi la Direttrice generale di Survival International, Caroline Pearce – La squadra di Lula è ben consapevole che i Kawahiva non potranno sopravvivere se la loro terra non sarà pienamente protetta. Sappiamo che moltissimi Kawahiva sono morti in massacri avvenuti in passato, e che la foresta tutto intorno a loro viene disboscata a un ritmo allarmante».
«L’impegno del Presidente Lula a sostegno dei diritti indigeni sarà vuoto se popoli come i Kawahiva, che sono sull’orlo dell’estinzione, vengono lasciati alla mercè di trafficanti di legname armati e bande di allevatori che non nascondono il loro desiderio di prendere il controllo del territorio».
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