La sostenibilità nell’allevamento va oltre la semplice riduzione dell’impronta ecologica; abbraccia pratiche che garantiscono una produzione etica ed ecologicamente responsabile, assicurando al contempo il rispetto per la vita e il benessere degli animali. Questa nuova visione per l’allevamento italiano punta a un equilibrio tra le esigenze del presente e la salvaguardia delle risorse per le generazioni future, rappresentando un modello di agricoltura rigenerativa che possa essere esempio a livello mondiale.
L’adozione di metodi di allevamento sostenibili comporta una serie di benefici tangibili, non solo per l’ambiente ma anche in termini di qualità del prodotto, salute degli animali e, in ultima analisi, per la salute umana. Attraverso un approccio olistico che integra le pratiche consolidate con le nuove tecniche, l’Italia sta ponendo le basi per un settore dell’allevamento che sia resilienti, produttivo e rispettoso della natura.
Criteri di sostenibilità dell’allevamento bio
La moderna concezione dell’allevamento, rispettosa dell’ambiente e della salute degli animali, non può prescindere da una serie di criteri di sostenibilità fondamentali che vi proponiamo qui di seguito:
– l’obbligo di pascolo per almeno 120 giorni l’anno per bovini, suini e ovini per un reale rapporto tra la conduzione dei terreni e gli animali allevati;
– l’utilizzo di razze a lento accrescimento, a duplice attitudine, a minore produttività che siano più resistenti alle patologie e più adatte all’ambiente, all’alimentazione e alla gestione con metodo biologico al fine di assicurare anche una durata adeguata di vita agli animali;
– il divieto totale di mutilazioni come la decornazione per le vacche e di debeccaggio per le galline;
– il superamento dell’eliminazione dei pulcini maschi nell’allevamento di ovaiole;
– il divieto di utilizzo delle gabbie di allattamento per le scrofe, l’obbligo per le scrofe di passare la gestazione all’aperto;
– i vitelli nutriti alla mammella;
– una durata massima del trasporto degli animali di quattro ore.
Questi criteri sono un punto di partenza imprescindibile per poter praticare l’allevamento rispettando principi etici irrinunciabili per rispettare il benessere degli animali durante la loro vita nelle fattorie.
Pratiche consolidate per l’allevamento e nuove tecniche
L’allevamento in Italia, con le sue radici profonde nella tradizione e nella cultura, ha sempre avuto un ruolo centrale nell’economia e nell’identità del paese. Tuttavia, l’urgenza di affrontare questioni ambientali e di sostenibilità sta portando a una significativa evoluzione del settore. Accanto alle pratiche consolidate, si stanno affiancando nuove tecniche che promettono di trasformare l’allevamento in una pratica più sostenibile e rispettosa dell’ambiente e degli animali.
Le tradizioni dell’allevamento italiano, caratterizzate da un forte legame con il territorio e la biodiversità, hanno da sempre privilegiato l’armonia con l’ambiente circostante. L’allevamento all’aperto nel nostro paese è un’attività ancora praticata con successo, cercando di conciliare anche alcune nuove leggi a tutela della fauna selvatica che stanno creando però alcune difficoltà agli allevatori.
L’utilizzo di sistemi, come ad esempio un
recinto elettrico, è di sovente una soluzione efficace a proteggere il bestiame e i campi dalle incursioni di lupi o cinghiali la cui presenza è in crescita nel nostro paese, ma non sempre è garanzia di protezione da attacchi, spesso anche a causa di installazioni non corrette.
L’introduzione dell’agricoltura di precisione nel contesto dell’allevamento sta permettendo una gestione più efficace delle risorse e una riduzione dell’impatto ambientale. Attraverso l’uso di tecnologie come i sensori per monitorare la salute e il benessere degli animali, e l’analisi dei dati per ottimizzare l’alimentazione e la gestione delle mandrie, gli allevatori possono ridurre lo spreco di risorse e migliorare la qualità della produzione.
Un’altra innovazione significativa è rappresentata dall’uso di dieta supplementare per ridurre le emissioni di metano negli allevamenti bovini. Questa pratica, che integra additivi naturali nell’alimentazione degli animali, dimostra come la scienza e la ricerca possano contribuire a un allevamento più ecocompatibile.
L’adozione di sistemi agro-energetici integrati, che combinano la produzione agricola con quella di energia rinnovabile, rappresenta un ulteriore passo verso la sostenibilità. Questi sistemi permettono agli allevamenti di ridurre la dipendenza da fonti energetiche fossili, generando al contempo energia pulita da fonti come il biogas prodotto dai rifiuti animali.
Inoltre, la rinascita dell’allevamento in Italia vede una crescente attenzione verso il benessere animale. Nuove tecniche di gestione mirano a garantire condizioni di vita ottimali per gli animali, riducendo lo stress e migliorando la qualità della produzione. Questo approccio non solo risponde alle crescenti richieste etiche dei consumatori ma contribuisce anche a un sistema di produzione più equo e sostenibile.
Queste innovazioni, che si affiancano alle pratiche tradizionali, stanno guidando l’allevamento italiano verso un futuro in cui sostenibilità e produttività vanno di pari passo. La sfida per il settore sarà quella di integrare armoniosamente vecchie e nuove pratiche, garantendo al contempo la tutela dell’ambiente, il benessere degli animali e la qualità dei prodotti, pilastri fondamentali di un settore zootecnico moderno e sostenibile.
Benefici ambientali ed economici della sostenibilità nell’allevamento
La transizione verso pratiche di allevamento sostenibili in Italia non rappresenta soltanto un impegno etico verso l’ambiente e il benessere animale, ma si configura anche come una strategia vantaggiosa sotto il profilo economico. La sostenibilità nell’allevamento apporta numerosi benefici ambientali che, a loro volta, si traducono in vantaggi economici tangibili per gli allevatori, le comunità rurali e l’economia italiana nel suo insieme.
Riduzione dell’impronta ecologica: L’adozione di pratiche sostenibili, come l’uso efficiente delle risorse naturali e la riduzione delle emissioni di gas serra, minimizza l’impatto ambientale dell’allevamento. Questo non solo contribuisce alla lotta contro il cambiamento climatico ma migliora anche la qualità dell’aria e dell’acqua, beneficiando l’ecosistema locale e la salute pubblica.
Miglioramento della salute degli animali e della qualità dei cibi che ne traiamo: il benessere animale è strettamente legato alla qualità per esempio del latte e delle uova che gli animali stessi ci possono offrire. Di conseguenza, si otterrebbero prodotti di maggiore pregio oltre che di migliore profilo nutrizionale.
Resilienza agli shock ambientali: Le pratiche di allevamento sostenibile aumentano la resilienza delle aziende agricole agli eventi climatici estremi, come siccità e alluvioni. La gestione sostenibile del suolo e delle acque, ad esempio, migliora la capacità dei terreni di trattenere l’acqua, riducendo la vulnerabilità alle variazioni climatiche.
Apertura a nuovi mercati: La crescente domanda da parte dei consumatori di prodotti ottenuti in modo etico e sostenibile apre nuove opportunità di mercato per gli allevatori che adottano pratiche sostenibili. Certificazioni e etichette che attestano la sostenibilità possono rappresentare un valore aggiunto significativo, consentendo ai produttori di differenziarsi e di accedere a segmenti di mercato più remunerativi.
Riduzione dei costi a lungo termine: Sebbene l’adozione di tecnologie sostenibili possa richiedere investimenti iniziali, nel medio e lungo termine queste pratiche possono portare a una riduzione dei costi. L’efficienza nell’uso delle risorse, come acqua e alimenti per gli animali, e la minore dipendenza da input esterni, come i fertilizzanti chimici, riducono i costi operativi.
Contributo alla coesione sociale e al tessuto economico locale: L’allevamento sostenibile può rafforzare la coesione sociale nelle comunità rurali, promuovendo l’occupazione e sostenendo le economie locali. L’implementazione di pratiche sostenibili richiede spesso collaborazione e scambio di conoscenze tra gli agricoltori, rafforzando il senso di comunità e supportando lo sviluppo locale.
La sostenibilità nell’allevamento offre quindi un percorso promettente per affrontare le sfide ambientali, migliorare la produttività e sfruttare nuove opportunità economiche. Per gli allevatori italiani, investire in sostenibilità significa non solo contribuire alla tutela dell’ambiente ma anche posizionarsi strategicamente in un mercato sempre più consapevole e esigente.