Associazione Canapa Sativa: «Il Tar sospende il decreto sul CBD»
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«Il Tar del Lazio ha accolto l’istanza cautelare presentata dall’Associazione Nazionale Canapa Sativa Italia e ha sospeso il decreto del Ministero della Salute del 27 giugno 2024, che prevedeva l’inclusione del cannabidiolo (CBD) nella Tabella B delle sostanze stupefacenti»: lo fa sapere la stessa Associazione.
«Il Tar del Lazio ha accolto l’istanza cautelare presentata dall’Associazione Nazionale Canapa Sativa Italia e ha sospeso il decreto del Ministero della Salute del 27 giugno 2024, che prevedeva l’inclusione del cannabidiolo (CBD) nella Tabella B delle sostanze stupefacenti»: lo fa sapere la stessa Associazione.
«Questo decreto avrebbe limitato fortemente la coltivazione del CBD, mettendo a rischio diverse filiere industriali come l’erboristica, la cosmetica, la fitoterapia e gli integratori alimentari – spiegano dall’Associazione – Il decreto del Ministero della Salute mirava a classificare il CBD come una sostanza stupefacente senza basi scientifiche valide. Come riconosciuto dal Tar, le evidenze scientifiche e normative europee dimostrano che il CBD è sicuro e privo di effetti psicoattivi. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza n. 141 del 19 novembre 2020, aveva già stabilito che il CBD non può essere considerato una sostanza stupefacente e deve godere della libertà di circolazione all’interno dell’Unione».
L’Associazione sottolinea come «il settore della canapa da anni affronta ostacoli normativi» e come il «CBD, estratto dalle infiorescenze di canapa, rappresenta la base dello sviluppo industriale in vari settori, dove il Made in Italy eccelle».
«Le infiorescenze di canapa sono la parte più preziosa della pianta per l’estrazione del CBD e degli altri oli essenziali – aggiunge l’Associazione – Oltre a essere il fulcro dell’industria cosmetica e fitoterapica, costituiscono la base per la produzione di integratori alimentari, un mercato in continua espansione. La criminalizzazione delle infiorescenze bloccherebbe l’intera filiera e impedirebbe lo sviluppo di prodotti di alta qualità riconosciuti a livello internazionale, danneggiando gravemente l’economia del settore».
L’Associazione aggiunge: «Questa è una battaglia cruciale per l’intera filiera della canapa italiana. La sospensione del decreto rappresenta solo un primo passo verso una regolamentazione giusta ed equa. Continueremo a lottare contro l’articolo 18 e ogni tentativo di criminalizzazione del CBD e delle infiorescenze fino a quando non sarà garantito un quadro normativo chiaro e favorevole per il settore. Questo permetterà alla canapa industriale di crescere e valorizzare il Made in Italy, preservando un’industria che potrebbe prosperare a livello globale».