Nel 2023 nuovo record per le emissioni di gas serra

I settori che maggiormente contribuiscono all’emissione totale di gas serra sono la produzione di energia (26%), il sistema di trasporti (15%), l’industria (11%) e l’agricoltura (11%), produzione di carburante (10%), processi industriali (9%), consumo di suolo (7%) e l’edilizia (6%).

«Ci stiamo avvicinando alla scadenza per la presentazione da parte dei governi degli obiettivi sulla riduzione di CO2, cioè dei piani nazionali che delineano l’impegno e le azioni dei vari Stati» scrive Domizia Tallone su A Sud. Piani che dovranno essere aggiornati entro il 2025 ed essere riportati alla COP30 in Brasile. Se da una parte l’Europa e gli Stati Uniti risultano gli unici paesi ad aver diminuito le proprie emissioni rispetto al 2022, rispettivamente del 7.5% e dell’1.4%, dall’altra parte costituiscono i maggiori emettitori in termini di gas serra emessi dal 1850 a oggi».

«La Cina rimane l’emettitore maggiore e contribuisce con il 30% all’emissione totale di gas serra del 2023, seguita dagli USA con l’11% e insieme tutti i membri del G20 rappresentano il 77% delle emissioni del 2023, dato cui se viene aggiunta l’Unione Africana si raggiunge l’82% – si legge su A Sud – Il maggior emettitore pro-capite è invece la Russia con 19 tonnellate di CO2 per persona, seguita dagli USA con 18 tonnellate, la Cina con 11 e l’Unione europea con 7.3 tonnellate. Gli USA continuano a essere l’emettitore maggiori dal 1850 a oggi, ossia dalla nascita dell’industria fino al presente, seguito dalla Cina e dall’Unione Europea». 

Tecnicamente appare ancora possibile rimanere sotto a un innalzamento delle temperature globale di 1.5°C, ma con un taglio delle emissioni del 42% entro il 2030 e del 57% entro il 2035.

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