Integratori a base di aloe: la Corte Europea annulla il divieto

La Corte Europea ha annullato il regolamento UE 2021/468 laddove vietava le preparazioni a base di foglie di aloe contenenti derivati idrossiantracenici (noti come antrachinoni) accogliendo il ricorso di Aloe Vera of Europe. Il divieto era stato motivato da una presunta pericolosità di questi derivati (benché la stessa Efsa nel proprio parere avesse espressamente dichiarato che «persistono incertezze»); il provvedimento aveva colpito duramente la possibilità di scegliere gli integratori alimentari che li contenevano. Abbiamo parlato diffusamente di questo problema con un’inchiesta pubblicata sul numero di ottobre della rivista Terra Nuova, con interviste a esperti che avevano stigmatizzato le decisioni di Efsa e Commissione Europea e che avevano documentato la sicurezza di tali prodotti. Il regolamento peraltro prevedeva anche restrizioni per piante come senna, rabarbaro, frangula e cascara.  

La Corte ha accolto la motivazione del ricorso secondo cui il regolamento verteva su un errore manifesto di valutazione.

Come aveva spiegato nella nostra inchiesta la dottoressa Marinella Trovato, presidente di Siste e segretaria generale di Assoerbe, per contrastare il regolamento UE era stato commissionato uno studio, coordinato dal professor Corrado Lodovico Galli, past president della Società Italiana di Tossicologia, che aveva attestato la sicurezza delle piante e dei loro componenti idroissantracenici singolarmente testati e che aveva sottolineato i limiti e i passaggi discutibili dello studio su cui Efsa aveva basato il suo parere. Le nuove risultanze erano state sottoposte a Efsa e alla Commissione Europea, ma non erano state prese in considerazione.

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