Nuovi OGM: battuta d’arresto per la deregulation
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Il tentativo di deregolamentazione totale dei nuovi OGM sarebbe dovuto andare in porto entro il 2024, almeno così voleva fortemente la Commissione Europea, la cui intenzione era di cancellare etichettatura e tracciabilità. Ma le cose sono andate diversamente. I giochi non sono ancora chiusi.
Il tentativo di deregolamentazione totale dei nuovi OGM sarebbe dovuto andare in porto entro il 2024, almeno così voleva fortemente la Commissione Europea, la cui intenzione era di cancellare etichettatura e tracciabilità. Ma le cose sono andate diversamente. I giochi non sono ancora chiusi, anche se in Italia sono già partite le prime sperimentazioni in campo.
Nelle intenzioni della Commissione Europea c’era l’obiettivo di portare a casa il risultato in tempi brevi; il 5 luglio 2023 ha avanzato la sua proposta di un nuovo regolamento per gli organismi geneticamente modificati frutto delle nuove tecniche genomiche (New Genomic Techniques – NGT, QUI per approfondire). Diversamente dagli OGM “della prima ora”, questi nuovi prodotti della biotecnologia dovevano essere considerati equivalenti alle piante che vengono dalla terra, perché, a dire della Commissione, sostanzialmente indistinguibili. Addio quindi a tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio, finora obbligatori, e addio al diritto degli Stati membri di vietarne la coltivazione sul proprio territorio. La proposta del nuovo regolamento, a tutti gli effetti, è una deregolamentazione, che tenta di accomodare pressioni mai sopite provenienti da specifici gruppi di interesse. In testa ci sono le grandi imprese multinazionali del settore agrochimico, le ben note Bayer-Monsanto, Basf, Corteva e Singenta, con tutte le sorelle più piccole.
Ma qualcosa è successo…