L’appello delle associazioni: «Divieto globale per i PFAS»
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Sono 58 le associazioni che hanno sottoscritto, insieme ad alcuni pediatri, un appello per chiedere il divieto nazionale e globale per i PFAS. L’appello è stato inviato ai presidenti della Repubblica e del Consiglio e ai ministri della salute e dell’ambiente.
Sono 58 le associazioni che hanno sottoscritto, insieme ad alcuni pediatri, un appello per chiedere il divieto nazionale e globale per i PFAS. L’appello è stato inviato ai presidenti della Repubblica e del Consiglio e ai ministri della salute e dell’ambiente.
«I risultati del recente Forever Lobbying Project hanno messo in luce le pressioni degli interessi acquisiti a livello europeo e lo sconvolgente costo pubblico della bonifica della contaminazione se si permette alle aziende di continuare a inquinare» si legge nell’appello, che esorta «a seguire le prove scientifiche sulle sostanze chimiche PFAS e non le lobby di coloro che hanno interesse a mantenere lo status quo».
«È essenziale che si agisca con urgenza per vietare i PFAS come proposto nella restrizione universale sui PFAS attualmente all’esame dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA). Chiediamo la garanzia che sosterrete questa proposta per proteggere i cittadini italiani e l’ambiente, oltre ad agire a livello nazionale».
La contaminazione è oggi diffusa in tutta Europa, comprese in Italia le aree di Spinetta Marengo (AL) e Trissino (VI) e dintorni.
«Esistono prove inconfutabili che dimostrano che i PFAS sono collegati a tumori, alterazioni immunitarie e ormonali, infertilità e altre gravi malattie – si legge nell’appello – Queste sostanze chimiche si sono infiltrate nell’acqua che beviamo, nel cibo che mangiamo e nell’aria che respiriamo. Tutti i cittadini europei, in particolare gli adolescenti, i bambini piccoli, le donne incinte e quindi anche i bambini non ancora nati, portano ora nel loro corpo livelli allarmanti di questo carico tossico, compromettendo potenzialmente la loro salute e il nostro futuro comune».
«L’indagine del Forever Lobbying Project ha rivelato il costo impressionante dell’inazione: 2.000 miliardi di euro in 20 anni, o 100 miliardi di euro all’anno, solo per ripulire la contaminazione da PFAS in tutta l’UE, escludendo altri costi sociali come i 52-84 miliardi di euro all’anno di costi sanitari dovuti all’esposizione ai PFAS».
Le associazioni chiedono:
1. Di sostenere un divieto globale dei PFAS. Supportare la proposta di restrizione universale dei PFAS a livello europeo e non sostenere le richieste di indebolirla.
2. Di agire con urgenza a livello nazionale. Considerate un divieto nazionale più rapido sui PFAS nei prodotti di consumo per proteggere i cittadini e sviluppate un piano d’azione nazionale sui PFAS che definisca come ripulire l’inquinamento esistente e proteggere le comunità.
3. Di aumentare l’offerta di alternative sicure. Accelerare l’eliminazione graduale di tutti gli usi dei PFAS, incoraggiando le aziende a investire nell’innovazione e in tecnologie più sicure».
Intanto Greenpeace ha pubblicato la prima mappa nazionale della contaminazione da PFAS nelle acque potabili italiane (CONSULTABILE QUI), misurando la presenza di queste molecole nelle reti acquedottistiche di tutte le Regioni italiane.
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LETTURE UTILI
MAMME RIBELLI. LE MILLE BATTAGLIE DA NORD A SUD CONTRO L’INQUINAMENTO E PER LA SALUTE DI TUTTI
Mamme ribelli è un libro unico, che dà voce alle donne, ma non solo, che da anni fanno parte della Rete delle Mamme Da Nord A Sud e racconta le loro lotte contro l’inquinamento dei territori e il saccheggio ambientale, per la salute dei loro figli e dei figli di tutti.
Leggerete dell’impegno, delle esperienze, della tenacia e della determinazione delle “Mamme No Pfas” del vicentino, delle “Mamme Volanti” di Brescia, delle donne di Taranto, delle madri che si battono contro le basi militari in Sardegna, delle “Mamme Antismog” nella Pianura Padana, delle mamme di Venafro, di quelle No Tap e di tante altre.
Sono tutte mamme ribelli che lottano indomite per la vita e per la terra, contro la devastazione dell’ambiente e l’omertà istituzionale, forti di una profonda solidarietà intergenerazionale. E quando le madri si muovono, si muovono anche le montagne.