Cinque associazioni: «Agricoltura e allevamento, basta misure emergenziali»
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«L’attuale sistema agricolo e di allevamento presenta scarsa redditività e non è sostenibile: occorrono interventi strutturali a favore di una transizione verso un modello agroecologico»: è la richiesta di Greenpeace Italia, ISDE – Medici per l’ambiente, Lipu, Terra! e WWF Italia.
«L’attuale sistema agricolo presenta scarsa redditività e non è sostenibile: occorrono interventi strutturali a favore di una transizione verso un modello agroecologico»: è la richiesta di Greenpeace Italia, ISDE – Medici per l’ambiente, Lipu, Terra! e WWF Italia. Le cinque associazioni, nel marzo 2024, hanno depositato alla Camera la proposta di legge 1760 “Oltre gli allevamenti intensivi”, che è ancora in attesa di calendarizzazione in Parlamento.
«Bisogna investire in politiche strutturali che ridisegnino il futuro del settore primario: la nostra proposta di legge va proprio in questa direzione – dicono le associazioni – Mettere in contrapposizione il settore produttivo con la transizione ecologica è funzionale solo alla prosecuzione di un sistema che ha già dimostrato di essere dannoso per la salute, l’ambiente e le stesse aziende agricole».
«In caso di focolai, è proprio negli allevamenti intensivi che si verificano le conseguenze più gravi, con l’abbattimento di centinaia o migliaia di capi a fronte di uno o pochi esemplari affetti da virus, e con la necessità al contempo di risarcimenti economici ingenti per gli allevatori» spiegano le associazioni.
Le cinque associazioni invieranno ai Comuni italiani una proposta di mozione a sostegno della proposta di legge 1760, «strumento che consentirà agli enti di prossimità di partecipare al dibattito su un tema così importante per la salute dei territori».
La proposta di legge presentata dalle cinque associazioni ormai quasi un anno fa a Montecitorio, ancora in attesa di iniziare il suo iter, «prevede un piano di riconversione del comparto, finanziato con un fondo dedicato, e punta a rendere protagoniste le piccole aziende agricole, in favore di una transizione verso un modello basato su tecniche agroecologiche, su un uso efficiente delle risorse e sull’accesso a un cibo sano e di qualità, sulla creazione di filiere che garantiscano il giusto compenso a lavoratori e aziende».
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