Tenero è il gazebo: la satira di Arianna Porcelli Safonov

Qualche sera fa mi regalo una cena nel mio ristorante preferito: vini naturali, cucina giapponese contaminata con la tradizione contadina italiana. Purtroppo, però, quando arrivo scopro che mi hanno messa a mangiare nel gazebo esterno. Sfortunatamente, anche nel mio posto è arrivata lei, quella ripugnante struttura autoportante che fa schifo alla vista e che ancora si usa perché nessuno si lamenta e trova il coraggio di ribellarsi e di dire: «No, guardi che se devo finire a mangiare nel gazebo come alla sagra degli alpini, con tutto il rispetto, me ne vado!».

Il gazebo è un’invenzione da abolire, un mero escamotage della ristorazione per raddoppiare il fatturato, che fa sentire i clienti come quei materassi che le signore slave delle televendite mettono in sottovuoto, con quella macchinetta che aspira l’aria.
Quelli che vengono costretti a mangiare nel gazebo dovrebbero pagare un conto molto più onesto rispetto a quelli che hanno il privilegio di mangiare dentro al ristorante vero, in muratura, altrimenti non c’è differenza tra chi sceglie l’albergo e chi va in campeggio, non vi pare?!