Cecilia Fazioli: «L’epoca della velocità e del consumismo ci frammenta sul piano esistenziale»
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La velocita, l’obsolescenza programmata, il consumismo e il profitto dettano ormai le nostre attitudini al vivere; ma questo ci frammenta sul piano esistenziale, come ci fa notare Cecilia Fazioli, pedagogista e counselor, autrice del libro “La scuola parentale. Come farla diventare una vera opportunità formativa per bambini e ragazzi”.
«Quella in cui viviamo è un’epoca in cui la velocità, l’obsolescenza, il consumismo, il profitto dettano le nostre attitudini al vivere e dove la durata, l’affidabilità, la riflessione nel tempo sono rigettate; sono caduti i tradizionali sistemi filosofici, tradizionali e religiosi come punti di riferimento»: scrive Cecilia Fazioli, pedagogista e counselor, nel suo libro “La scuola parentale. Come farla diventare una vera opportunità formativa per bambini e ragazzi”.
«Viviamo in una società invasa costantemente da stimoli cognitivi, informatici, massmediali. Una società definita del rischio e della precarietà. Siamo consapevoli che i fenomeni che ci fanno percepire e vivere l’instabilità sono al contempo lontani da noi ma anche vicini, viviamo un senso di impotenza, di ansietà che “si riesce a pensare solo non pensandoci seriamente” – prosegue Fazioli – Questi fenomeni stanno producendo una frammentazione sul piano esistenziale. Come scrive Rosa Grazia Romano, “questo io globale, questo uomo in bilico è un io confuso, costretto a confrontarsi con un mondo pieno di contraddizioni, anzi, con tanti mondi tra loro contraddittori. E, non avendo più riferimenti certi, fatica a mettere insieme i pezzi della propria vita e a ricomporli in uno schema di senso significativo”».
«In un panorama così segnato è difficoltoso costruire la propria identità e si assiste quindi a un’oscillazione tra chiusura in sé stessi e apertura; la chiusura mostra narcisismo, mentre a livello sociale sfocia nel fondamentalismo. Il desiderio e la volontà di varcare i confini dei deserti relazionali spinge a cercare nutrimento, a individuare sorgenti di ben-essere – scrive ancora Fazioli – La scuola parentale può essere certamente un tentativo di uscire dallo spazio e dal tempo fragile, un’esperienza che rende possibile la ricerca e la messa in pratica di un’altra identità. Diventa possibile dare vita a un progetto educativo per mezzo di una comunità di adulti che volontariamente si adoperano per un ambiente che autenticamente metta al centro il bambino. Il desiderio che si fa strada vuole dare forma a nuove identità umane capaci di accogliere molteplici diversità, con la libertà di “scegliere la propria identità e restarvi fedele fin quando lo desidera, a fungere da via maestra” come afferma Bauman».
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