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Rete Disarmo: «Armi, emendamenti votati in Senato inficiano la trasparenza»

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«L’industria delle armi incassa un primo, grave e pericoloso voto favorevole nell’iter del Disegno di legge presentato dal Governo per la modifica della Legge 185/90 sull’export militare»: lo denuncia la Rete Italiana Pace e Disarmo.
Rete Disarmo: «Armi, emendamenti votati in Senato inficiano la trasparenza»
«La Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato ha approvato nella seduta di martedì 16 gennaio tre emendamenti che inficiano gravemente la trasparenza della Relazione annuale al Parlamento sulle esportazioni dall’Italia di materiali militari – scrive la Rete – E che si innestano su un testo che presenta già aspetti problematici, perché modifica i meccanismi di rilascio delle autorizzazioni affidando il cuore delle decisioni all’ambito politico senza un adeguato passaggio tecnico che garantisca il rispetto dei criteri della legge italiana e delle norme internazionali sulla materia». 
«Se le modifiche sul DDL 855 sopravviveranno ai successivi passaggi dell’iter, verranno sottratte al controllo di Parlamento, società civile e opinione pubblica le informazioni precise e dettagliate,  oggi presenti nella Relazione annuale ufficiale, sulle esportazioni dei materiali militari autorizzate e svolte dalle aziende» spiega la rete in una nota
«Particolarmente negativo – commenta Giorgio Beretta dell’Osservatorio OPAL – è l’emendamento volto a eliminare ogni informazione riguardo agli Istituti di credito operativi nel settore dell’import/export di armamenti. I correntisti non sapranno più dalla Relazione quali sono le banche, nazionali ed estere, che traggono profitti dal commercio di armi verso l’estero, in particolare verso Paesi autoritari o coinvolti in conflitti armati».
La Rete denuncia anche che «la formulazione definitiva (e in un caso il testo completo), poi approvata, dei tre emendamenti è stata presentata all’attenzione dei Senatori solo al momento della seduta, non dando quindi la possibilità di un dibattito compiuto e privando la società civile delle conoscenza reale di quanto si stava discutendo».
«Nonostante nostre ripetute e circostanziate richieste non si fa nemmeno riferimento ai criteri Trattato internazionale sul commercio di armi che l’Italia ha ratificato con voto unanime del Parlamento nel 2013. Assenza grave, che la Rete Pace Disarmo andrà sicuramente a contestare impugnando il testo di Legge, se questa formulazione verrà confermata fino alla fine dell’iter» evidenzia Francesco Vignarca coordinatore campagne della Rete Italiana Pace Disarmo.
«Risulta evidente come il Governo intenda favorire e concretizzare una richiesta di revisione delle norme in vigore ripetutamente richiesta negli ultimi anni dall’industria militare e da Istituti di ricerca ad essa vicini – prosegue la Rete – in un’ottica di facilitazione delle esportazioni di armamenti a favore della competitività dell’industria militare, la cui funzione è stata sempre enfatizzata erroneamente come “strategica” per il “rilancio” dell’economia nazionale. Un puro e semplice “regalo” agli interessi armati, in direzione contraria ai principi delle norme nazionali ed internazionali».
«I sistemi d’arma italiani sono stati e sono tuttora inviati in decine di situazioni di conflitto, di violazione diritti umani, di presenza di regimi autoritari come invece sarebbe e espressamente vietato dalle norme in vigore – scrive ancora la Rete – Riducendo ulteriormente l’attenzione nell’applicazione dei criteri di rilascio delle licenze e la capacità di controllo del Parlamento e della società civile tali, situazioni problematiche non potranno che peggiorare. Riportando così l’Italia a uno stato di opacità e debole regolazione della vendita di armi cui era stato posto un freno con l’approvazione dell’innovativa Legge 185 nel 1990». 
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LETTURE UTILI

Pensato come un vero e proprio atlante, dove ogni conflitto ha pari dignità, è un annuario aggiornato delle guerre in atto sul Pianeta. Vengono analizzate e spiegate le ragioni di tutti gli scontri armati in corso: chi combatte e perché, qual è la posta in gioco e le ragioni che muovono al conflitto.
Senza prendere posizione a favore di qualcuna delle parti in causa, l’Atlante è uno strumento fondamentale di informazione e di costruzione di una coscienza civile.
La XII edizione dell’Atlante ha il suo focus sui conflitti tra Israele e Palestina e tra Russia e Ucraina.
Contiene dossier tematici su:
• La recrudescenza del conflitto Israele-Palestina
• Gli sviluppi più recenti del conflitto Russia-Ucraina
• Riarmo e nuovo pericolo nucleare
• Il dramma dei civili in zone di guerra
• Cina e nuovi equilibri
• Guerra e beni artistici
• Guerra e finanza
• Peacebuilding
• Donne e diritti
Con schede conflitto e infografiche generali.

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Sono oltre 30 le guerre in corso sul Pianeta. Gli Stati si affidano alle armi per trovare soluzioni, mentre sarebbe urgente investire sull’emergenza climatica, sui diritti umani, sulla democrazia.
Crocco e Giordana invitano a guardare il Mondo con occhi differenti, abbandonando le logiche armate della geopolitica a favore di una “geografia dei diritti umani”, che ponga al centro delle relazioni tra Stati la cooperazione e il rispetto dei diritti. 

Non si tratta di un approccio teorico o ideale, è semplicemente realistico, forse l’unico che può fermare questa pericolosa corsa alle armi.
Gli autori
Raffaele Crocco è direttore responsabile dell’ Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo            , dei siti atlanteguerre.it, atlasofwars.com, ed è direttore editoriale di Unimondo. È stato giornalista RAI, collaboratore delle trasmissioni Est Ovest e Mediterraneo. Ha lavorato come inviato di guerra, è autore di libri e documentari.
Emanuele Giordana, giornalista e asiatista, già docente di Cultura indonesiana, direttore di Ecoradio e del mensile Terra, insegna giornalismo ed è cofondatore di Lettera 22. È presidente dell’associazione Afgana e ha scritto saggi, curato collettanee di geopolitica. Scrive per diverse testate ed è direttore editoriale del sito atlanteguerre.it.

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