Gli attivisti di Extinction Rebellion, in conferenza stampa ieri a Torino insieme a docenti universitari e avvocati, hanno lanciato un appello: «Basta con la criminalizzazione delle proteste e con le limitazioni del diritto a manifestare».
Ieri mattina a Torino gli attivisti di Extinction Rebellion hanno organizzato una conferenza stampa durante la quale hanno sottolineato quanto accaduto negli ultimi tempi in conseguenza delle manifestazioni e delle forme di proteste portate avanti dai militanti del movimento.
«A suscitare preoccupazione è il sempre più frequente ricorso da parte delle Questure a misure di prevenzione del codice antimafia (come il foglio di via o l’avviso orale) in risposta alle manifestazioni di protesta di diversi movimenti e collettivi italiani – scrivono in una nota da XR – Misure che costituiscono una limitazione del diritto di spostamento e di manifestazione in città diverse da quella di residenza, impattando fortemente sulla vita di chi ne è oggetto. Previste dalla legge 59 del 2011, nota come Codice Antimafia, e pensate per il contrasto alla criminalità organizzata», queste misure vengono ora utilizzate in maniera impropria, secondo gli attivisti, «nei confronti di persone incensurate che partecipano a svariate manifestazioni di protesta».
«Fogli di via e avvisi orali sono provvedimenti amministrativi, di esclusiva competenza del Questore, che le può dare in autonomia, senza che vi sia la possibilità di esporre i fatti e senza la valutazione di un magistrato» ha spiegato l’avvocato Roberto Capra.
«Ormai in tutta Italia ogni volta che viene condotta un’azione di sensibilizzazione su questi temi la polizia non solo interviene immediatamente per impedirla o interromperla, ma identifica e denuncia tutte le persone presenti – ha affermato l’avvocato Gianluca Vitale – e a volte è la stessa magistratura inquirente a riconoscere l’infondatezza delle denunce».
Gli attivisti hanno riportato come esempio le numerose denunce e fogli di via notificati nelle ultime settimane a Extinction Rebellion e alcune manifestazioni di uso della forza da parte delle forze dell’ordine.
«Il diritto di riunione è fondamentale in una democrazia, esprime le istanze di partecipazione e pluralismo che ne costruiscono il fondamento e la struttura portante. Oggi è diffusa la tendenza a ragionare di manifestazioni non autorizzate, ma la riunione, in quanto diritto, non necessita di alcuna autorizzazione, semplicemente, quando si svolge in luogo pubblico, è previsto un preavviso all’autorità di pubblica sicurezza» ha sottolineato la professoressa Alessandra Algostino, docente di Diritto Costituzionale all’Università di Torino.
«Da anni i movimenti climatici portano avanti le loro manifestazioni in modo pacifico e nonviolento, utilizzando i loro corpi e la loro intelligenza per portare un messaggio di urgenza a quante più persone possibili» ha dichiarato Roberto Mezzalama, presidente di Torino Respira e tra i promotori della petizione su change.org in difesa della libertà di manifestazione e in solidarietà ai movimenti climatici.
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