Nella Gazzetta Ufficiale del 29 dicembre scorso sono stati pubblicati i decreti che regolano l’etichettatura e la commercializzazione di prodotti per il consumo umano derivati da quattro varietà di insetti in forma congelata, essiccata oppure in polvere. Già al loro annuncio il fronte critico aveva criticato l’utilizzo di tali farine nei prodotti destinati all’uso umano.
Nella Gazzetta Ufficiale del 29 dicembre scorso sono stati pubblicati i decreti che regolano l’etichettatura e la commercializzazione di prodotti per il consumo umano derivati da quattro varietà di insetti in forma congelata, essiccata oppure in polvere. Già al loro annuncio il fronte critico aveva criticato l’utilizzo di tali farine nei prodotti destinati all’uso umano.
Si tratta di prodotti che vedranno utilizzate le larve del verme della farina minore (Alphitobius diaperinus), le larve gialle della farina (Tenebrio molitor), le locuste migratorie e i grilli domestici (Acheta domesticus).
La nuova normativa prevede un’etichettatura sulla provenienza del prodotto e sulla tipologia dell’insetto presente, nonché sui rischi connessi al consumo e sulla quantità di farina e allergeni negli alimenti in questione. La farina di insetti deve essere infatti segnalata, in quanto si tratta di un allergene: sui pacchetti è infatti presente la dicitura “le persone allergiche ai crostacei, ai molluschi o agli acari della polvere potrebbero essere allergiche anche agli insetti”. Si prevede, inoltre, un’apposita scaffalatura e cartellonistica all’interno dei negozi.
«Strana epoca la nostra, che promuove gli insetti nei piatti, ma li detesta nei campi, combattendoli con pesticidi, anche a costo di danneggiare la salute. Eppure, gli insetti nei campi, e non a tavola, sono fondamentali per la vita agricola e per la fertilità»
scriveva lo scorso aprile Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica.
E sempre
Coldiretti rimarcava nel marzo scorso che «l’indicazione della presenza di farine di insetti è importante per garantire la libertà di scelta della maggioranza degli italiani che vogliono evitarli ma anche per tutelare la salute di quanti sono sensibili ai rischi di reazioni allergiche che sono stati evidenziate dall’Autorità Alimentare Europea (Efsa)».
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