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Ingv: «Il livello del Mediterraneo aumenta più velocemente rispetto alle stime»

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Le proiezioni di aumento del livello del mare, pubblicate nel 2021 dall’IPCC nel Report AR6, sarebbero sottostimate lungo le coste. È questo il risultato della ricerca  “Sea level rise projections up to 2150 in the northern Mediterranean coasts”, appena pubblicata sulla rivista internazionale Environmental Research Letters da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e del Radboud Radio Lab del Dipartimento di Astrofisica dell’Università di Radboud (Olanda)
Ingv: «Il livello del Mediterraneo aumenta più velocemente rispetto alle stime»
Le proiezioni di aumento del livello del mare, pubblicate nel 2021 dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) nel Report AR6, sarebbero sottostimate lungo le coste. È questo il risultato della ricerca  “Sea level rise projections up to 2150 in the northern Mediterranean coasts”, appena pubblicata sulla rivista internazionale Environmental Research Letters da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e del Radboud Radio Lab del Dipartimento di Astrofisica dell’Università di Radboud (Olanda)
«La subsidenza, cioè il lento movimento verso il basso del suolo dovuto a cause naturali o antropiche, ha un ruolo cruciale nell’accelerare l’aumento del livello del mare lungo le coste, innescato dal riscaldamento globale a partire dal 1880», spiega Marco Anzidei, ricercatore dell’INGV e co-autore dello studio
«Le nostre analisi mostrano che, proprio a causa della subsidenza, in alcune zone del Mediterraneo il livello del mare sta aumentando a una velocità quasi tripla rispetto alle zone stabili», aggiunge Antonio Vecchio, ricercatore della Radboud Universiteit Nijmegen e primo autore dello studio
«Il Mediterraneo, infatti, è caratterizzato da una forte variabilità dei movimenti verticali delle coste, che variano da zona a zona a causa dall’attività tettonica, vulcanica e antropica», continua Enrico Serpelloni, ricercatore dell’INGV e co-autore dello studio. «Per la nostra ricerca, condotta nell’ambito dei progetti SAVEMEDCOASTSSAVEMEDCOASTS2 e Pianeta Dinamico, abbiamo utilizzato i dati delle numerose stazioni geodetiche satellitari GNSS poste entro 5 km dal mare, con cui possiamo calcolare, con precisione millimetrica, le velocità di spostamento verticale del suolo». 
Alla luce di queste evidenze, il team di ricercatori ha ricalcolato le proiezioni dell’IPCC fino al 2150 in 265 zone del Mediterraneo, anche in corrispondenza dei 51 mareografi delle reti di monitoraggio internazionali, includendo nelle analisi i dati relativi alla subsidenza. 
«I risultati mostrano differenze massime e minime rispetto al Report dell’IPCC che vanno, rispettivamente, da +109 cm a -77 cm circa, con un valore medio più alto di circa 8 cm», spiega Antonio Vecchio
«L’aumento del livello del mare e la subsidenza implicano che circa 38.500 km2 di coste del Mediterraneo – di cui circa 19.000 km2 nel solo settore settentrionale del bacino – saranno presto più esposte al rischio di inondazione marina, con conseguenti maggiori impatti sull’ambiente, sulle attività umane e sulle infrastrutture. È quindi necessario intraprendere azioni concrete a sostegno delle popolazioni costiere che saranno sempre più vulnerabili all’aumento del livello marino e ai maggiori rischi a questo collegati entro la fine di questo secolo e oltre», conclude Marco Anzidei.
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