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Onorati (ARI): «Nuovi ogm, urgente proteggere semi e colture dai brevetti»

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«Le Commissioni del Parlamento Europeo procedono spedite per far passare la deregolamentazione dei nuovi OGM, che causeranno danni economici e alla biodiversità. È urgente proteggere sementi  e varietà dai brevetti. Va fatta pressione sugli europarlamentari»: così Antonio Onorati dell’Associazione Rurale Italiana e del Coordinamento Europeo  Via Campesina (ECVC).
Onorati (ARI): «Nuovi ogm, urgente proteggere semi e colture dai brevetti»
«Le istituzioni europee finalizzeranno la nuova legislazione NGT, New Breedings Technique, prima della fine del mandato dell’attuale Parlamento. Il voto della Commissione Ambiente potrebbe avvenire già a gennaio, quello della Commissione Agricoltura già l’11 dicembre e la sessione plenaria del Parlamento europeo potrebbe votare a gennaio 2024 il nuovo regolamento. Al momento c’è un solo emendamento su cui sembrano essere d’accordo quasi tutti i legislatori (della Commissione e del Parlamento europeo): la non brevettabilità delle piante NGT. Ma questa è una scappatoia e questo è un punto che va corretto con urgenza»: lo spiega Antonio Onorati dell’Associazione Rurale Italiana [1] e del Coordinamento Europeo Via Campesina ECVC [2], impegnato nella Coalizione Italia Liberi da Ogm.
«Più precisamente, il testo dell’emendamento aggiunge che “le piante NGT di categoria 1, il materiale vegetale e le loro parti non sono brevettabili”. I deputati chiedono inoltre che ciò si applichi a partire dalla data di entrata in vigore del regolamento. Ma la formulazione dell’emendamento com’è ora resta giuridicamente facile da aggirare per l’industria delle sementi – prosegue Onorati – I brevetti che coprono le piante OGM/NTG non riguardano il “materiale vegetale” o le sue parti, ma le informazioni genetiche contenute dalle NTG. L’Unione Europea sostiene, nelle discussioni presso la Convenzione sulla Diversità Biologica e l’ITPGRFA, che le informazioni genetiche digitalizzate (DSI) non sono materiale biologico, ma un prodotto della ricerca, in quanto dati computerizzati. Pertanto, secondo l’Unione Europea, l’informazione genetica digitalizzata non è una parte delle piante NGT. Ciò non impedisce che il campo di applicazione dei brevetti su queste stesse informazioni genetiche si estenda a qualsiasi materiale vegetale che le contenga, comprese le sementi convenzionali e quelle degli agricoltori che non sono il risultato dell’invenzione brevettata». 
«L’articolo 9 della Direttiva europea 98/44/CE recita: “La protezione conferita da un brevetto su un prodotto contenente o costituito da un’informazione genetica si estende a qualsiasi materiale, fatto salvo l’articolo 5, paragrafo 1, in cui il prodotto è incorporato e in cui l’informazione genetica è contenuta e svolge la sua funzione”. In assenza della pubblicazione del processo di individuazione e distinzione degli OGM/NTG (che l’industria presenta come simile a quello che si può ottenere con la selezione tradizionale), nessun agricoltore o piccola industria sementiera avrà i mezzi per dimostrare che le ssementi contadine o convenzionali sono distinguibili da un OGM/NTG brevettato – continua Onorati – Inoltre, nessun agricoltore ha i mezzi per sequenziare il genoma di tutti i semi che utilizza. In caso di procedimento giudiziario per violazione di un brevetto relativo a informazioni genetiche, nessun agricoltore sarà in grado di dimostrare che le sementi tradizionali che utilizza ogni anno contenevano già queste informazioni genetiche prima che il brevetto fosse rivendicato. E se le loro sementi vengono accidentalmente contaminate da informazioni genetiche brevettate, anche gli agricoltori e le piccole aziende sementiere saranno condannati per violazione di brevetto. È quindi urgente che i parlamentari europei facciano un piccolo sforzo in più e formulino il loro emendamento come segue: “Le piante NGT, il materiale vegetale, le loro parti e le informazioni genetiche che contengono non sono brevettabili”».
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