«Recentemente, il Comitato economico e sociale europeo ha adottato d’urgenza un parere critico nei confronti della deregolamentare dei nuovi OGM/NGT pianificata dalla Commissione»: lo scrive Christophe Noisette sul sito dell’associazione francese Inf’OGM. Aggiungendo che anche il Comitato europeo delle Regioni ha espresso preoccupazioni.
«Recentemente, il Comitato economico e sociale europeo ha adottato d’urgenza un parere critico nei confronti della
deregolamentare dei nuovi OGM/NTG pianificata dalla Commissione»:
lo scrive Christophe Noisette sul sito dell’associazione francese Inf’OGM. « È stato consultato anche il Comitato europeo delle regioni, ma il suo parere non è stato ancora pubblicato. Tuttavia, nel maggio 2023, questo comitato ha emesso un parere sui sistemi agroalimentari, che già affrontava in modo critico la questione degli OGM/NTG. Questi due organismi dell’Unione europea insistono affinché venga adottato un approccio precauzionale nella supervisione dei prodotti derivati da nuove tecniche di modificazione genetica» prosegue Noisette.
«Il 25 ottobre 2023, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha pubblicato un parere sulle “piante prodotte mediante nuove tecniche genomiche” [1], chiaramente critico nei confronti della proposta legislativa della Commissione europea», spiega Noisette, affermando che il CESE si dissocia dalla Commissione europea e chiede un controllo che «includa il monitoraggio dei potenziali effetti sistemici nonché un’analisi costi-benefici [degli NGT]. Da notare l’uso dell’aggettivo sistemico. È raro che gli organismi ufficiali richiedano una valutazione degli effetti sistemici. Il CESE afferma: “Il monitoraggio sistemico, o globale, differisce dalla valutazione caso per caso, come nel caso della valutazione analitica. Richiede lo sviluppo […] di indicatori relativi alla dinamica dei sistemi a cui apparteniamo (società, ecosistemi, ecc.)!».
Il CESE chiede inoltre misure di coesistenza armonizzate a livello europeo, affinché l’agricoltura biologica e il settore «senza OGM» possano continuare a «prosperare» e sottolinea anche che «gli OGM sono vietati [nell’agricoltura biologica] e anche le NTG sarebbero vietate, ma poiché non sono richiesti metodi di rilevamento, identificazione e tracciabilità, gli acquirenti, gli Stati membri e la Commissione non sarebbero in grado di applicare la legge correttamente» si legge ancora nell’articolo su Inf’OGM.
Infine, il CESE chiede la creazione «in modo pubblico e decentrato, [di] una banca europea delle sementi tradizionali […] per preservarle e renderle disponibili» e che sia resa «impossibile a soggetti diversi da I professionisti della RTN acquistare su Internet e utilizzare senza supervisione kit che consentano la modificazione genetica degli esseri viventi». Il parere è molto chiaro anche riguardo alla minaccia rappresentata dai brevetti per gli agricoltori e le piccole e medie imprese produttrici di sementi [2]. Pertanto, il CESE «chiede un chiarimento delle norme che disciplinano la proprietà intellettuale sugli organismi viventi da qui all’entrata in vigore di questa legislazione».
Da parte sua, il Comitato europeo delle regioni (CdR), in un parere pubblicato nel maggio 2023 e dedicato ai sistemi alimentari sostenibili, si è detto «preoccupato per una possibile reintroduzione di organismi geneticamente modificati (OGM) nell’approvvigionamento alimentare europeo con la futura proposta di regolamento europeo sulle piante prodotte mediante nuove tecniche genomiche (NTG). Questa proposta dovrebbe basarsi su una solida valutazione e su solide prove scientifiche da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). In ogni caso, ogni prodotto alimentare contenente OGM dovrebbe riportare sulla parte anteriore della confezione un’etichetta che indichi la presenza di OGM» [3]. «Diverse regioni austriache hanno già preso posizione pubblica per rivendicare il diritto di vietare gli OGM/NTG, come ha riferito un rappresentante del CdR» scrive sempre Noisette.
Il Consiglio dell’UE ha chiesto al Comitato europeo delle regioni di esprimere un parere sulla proposta legislativa, che sarà discusso dalla Commissione il 23 novembre. A Inf’OGM il CdR ha spiegato: «Si tratta di una consultazione obbligatoria, ma un accordo su questo testo tra il Parlamento e il Consiglio può essere raggiunto senza l’adozione del parere del CdR».
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