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Selvatico ancestrale: una mostra per parlare delle foreste nel mondo

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Selvatico Ancestrale. Nel ventre umido della Foresta che resisteè il nuovo progetto di Giuditta Pellegrini, giornalista, fotografa e collaboratrice di Terra Nuova, che da alcuni anni testimonia attraverso foto e interviste lo stato delle foreste del mondo. Inaugurazione venerdì 24 novembre a Bologna.
Selvatico ancestrale: una mostra per parlare delle foreste nel mondo
Selvatico Ancestrale. Nel ventre umido della Foresta che resisteè il nuovo progetto di Giuditta Pellegrini, giornalista, fotografa e collaboratrice di Terra Nuova, che da alcuni anni testimonia attraverso foto e interviste lo stato delle foreste del mondo. “In particolare le foreste primarie rappresentano oggi degli scrigni di biodiversità che ci permettono di osservare come, in assenza dell’intervento umano, le foreste hanno reagito in passato e reagiscono oggi ai cambiamenti climatici e ambientali, dandoci importanti spunti per il futuro”, spiega l’autrice.
Il lavoro, che si compone di foto in grande formato che ritraggono diversi luoghi del Pianeta, come le mangrovie indiane delle Isole Andamane e Nicobare, la selva vergine dei paradisi indigeni messicani, i boschi di pino loricato del monte Pollino in Basilicata, la laurisilva canaria, la foresta Nera in Germania e quella di Biogradska Gora in Montenegro, racconta da un punto vista ravvicinato e attraverso macchie di luce gli aspetti segreti e le nicchie nascoste del ventre vegetale. Le foto sono accompagnate da stralci di racconti, reali e mitologici, scientifici e narrativi, di chi vive in stretto contatto con quei luoghi silvestri. Le immagini si legano quindi alle voci, sviscerando alcune tematiche centrali e intessendo una narrazione che ci tocca in maniera diretta e profonda come solo il racconto esperienziale è capace di fare.
La mostra, le cui foto sono stampate per quanto possibile su materiali riciclati per minimizzarne l’impatto ambientale, dopo una parziale esposizione avvenuta all’interno del festival Radici organizzato da Libera Bologna nel parco del memoriale di Montesole, sarà ospitata in forma più completa negli spazi della Biblioteca Jorge Luis Borges del Comune di Bologna, nell’ambito della XVIII edizione del Festival La Violenza Illustrata. Organizzato ogni anno dalla “Casa delle Donne per non subire violenza” di Bologna intorno alla Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne e di genere, il 25 novembre, il festival ha l’obiettivo di incidere sulla nostra società e contrastare la cultura sessista e patriarcale, attraverso una serie di incontri, collaborazioni ed iniziative culturali, in una rassegna unica nel panorama italiano.
L’inaugurazione, venerdì 24 novembre alle ore 17.30, con le letture delle testimonianze che accompagnano le foto nella drammaturgia di Irene Loesch, sarà seguita da un laboratorio riservato alle scuole sulle varie forme di potere individuale e collettivo in prospettiva intersezionale con Guia Risari (30 novembre ore 14.00) e da un Cerchio di condivisione dal titolo “La resistenza del corpo-territorio. Ecofemminismo e riappropriazione del selvatico”, a cui saranno presenti Silvana Galassi, autrice del volume “Dalla parte di Gaia” (Edizioni Ambiente, 2022), Giuditta Pellegrini, Raffaella Grimaudo, responsabile della biblioteca Jorge Luis Borges del Comune di Bologna, Anna Ambrosi, della biblioteca di montagna di Monteacuto delle Alpi, Alessandra Capoani di “Casa delle donne per non subire violenza” di Bologna, Rita Marzio Maralla antropologa e videomaker e Camilla de Concini nel ruolo di facilitatrice.  
Sebbene negli ultimi anni una regolamentazione più ferrea in vista della loro conservazione sia stata adottata da molti Paesi, i boschi vivono uno stato di generale peggioramento, minacciati dalla crescente richiesta di materiali per scopi commerciali, dalla siccità, le ondate di calore, le epidemie di parassiti, gli incendi. La loro capacità di assorbire CO2, di cui sono i principali bacini, è in declino a causa dell’indebolimento delle piante e spesso la superficie conteggiata, aumentata secondo le stime negli ultimi 30 anni, comprende zone la cui vegetazione è stata drasticamente diradata a seguito dei tagli, e quelle che vengono ancora connotate sotto il nome di foreste in realtà non ne hanno più le caratteristiche.
«Questa ricerca – racconta Pellegrini – mira a portare in superficie le mutazioni che stanno avvenendo nel corpo vegetale dei boschi, ma con l’idea di illuminare soprattutto il modo in cui esso si sta adattando e trasformando in funzione dei profondi cambiamenti ambientali in atto. Crediamo sia importante approcciare la narrazione sui cambiamenti climatici e le possibili soluzioni da un punto di vista attivo, sia in funzione della mitigazione che dell’adattamento. Se ascoltiamo bene i racconti di chi vive in stretto contatto con la foresta e la voce stessa della vegetazione che la compone, ci rendiamo conto che la natura sta già mettendo in atto una potente, silenziosa, resistenza. In un certo senso, se le guardiamo dal punto di vista della nostra inerzia di fronte alla crisi ambientale, possiamo dire che le foreste si stanno muovendo più di noi».
«In un tempo in cui la violenza continua a perpetrarsi sui corpi delle donne e sui territori, dobbiamo in tutti i modi promuovere una nuova visione del modello di vita che abbiamo scelto, emancipandoci da quello di sfruttamento e verticismo che prevede un mondo ancora patriarcale. Le foreste possono insegnarci molto, testimoniando, con il loro esistere, una diversa visione della natura indomita così come quella del corpo femminile, indigeno, non normato e del potere deflagrante che da essi emana e con cui dobbiamo imparare a convivere rispettosamente».  
Per sostenere la mostra, che si è avvalsa della Direzione artistica di Irene Loesch, il Photo Editing di Sara Casna e la Grafica Chiara Neviani, in collaborazione con la Biblioteca Jorge Luis Borges del Comune di Bologna e il Festival La Violenza Illustrata Bologna, con il patrocinio e il sostegno di Ente Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Orientale e il contributo di Legambiente, è possibile partecipare al crowdfunding ( https://sostieni.link/34557) all’interno del network di Terra Nuova.  
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