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Lago Bianco, cittadini e associazioni contro la captazione delle acque per l’innevamento artificiale

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Associazioni e cittadini tra le provincie di Sondrio e Brescia si stanno opponendo al progetto di captazione dell’acqua del Lago Bianco, al Passo di Gavia, acqua che verrebbe destinata all’innevamento artificiale.
Lago Bianco, cittadini e associazioni contro la captazione delle acque per l’innevamento artificiale
La protesta ha preso anche la forma di una diffida, sottoscritta da diverse associazioni, che è stata inviata agli enti di riferimento. Ne parliamo con Matteo Lanciani, del Comitato locale che ha riunito cittadini e associazioni.
Matteo, cosa sta accadendo al Lago Bianco e per quale motivazione?
«È in corso di realizzazione un cantiere che servirà per captare l’acqua del lago per utilizzarla a valle per scopi industriali di innevamento artificiale, nello specifico per la pista di fondo di Santa Caterina Valfurva. Svariati chilometri di tubazioni correranno dal fondovalle fino ai 2600 metri del lago e alimenteranno i cannoni sparaneve. Questo cantiere è stato autorizzato nel 2019 dopo un lunghissimo iter durato quasi un decennio; i lavori al lago sono iniziati però solo a giugno del 2023. Dal 2020 diversi cittadini e associazioni delle valli hanno iniziato a sollevare dissenso verso questa folle opera che è ormai anacronistica e presenta un’infinita serie di criticità legali, procedurali e ambientali. Ciò che purtroppo stiamo rilevando è che, per cause diverse, sono stati commessi errori che aggravano la situazione».
Quali conseguenza avrà l’operazione che si sta portando avanti nel lago?

«Le conseguenze sono sconosciute, non avendo precedenti in un habitat così delicato. Ciò che è certo è che qualche problema quest’opera lo causerà a prescindere dal fatto che finisca di essere realizzato o meno. Già a oggi rileviamo che in diversi punti interessati dal cantiere sono stati danneggiati habitat comunitari protetti, nello specifico gli habitat 7140 torbiere di transizione e instabili, 6150 formazioni erbose bordo-alpine e 3220 fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea. Non ci sono adeguati studi a comprovazione dell’impatto che questi lavori potranno avere e per questo motivo abbiamo inviato l’1 ottobre una formale diffida al proseguimento del cantiere a tutti gli enti chiamati in causa nel procedimento, quindi: Parco Nazionale Stelvio, Regione Lombardia, Provincia di Sondrio, Comune di Valfurva, Comune di Bormio, Società Impianti Santa Caterina. Diffida che è stata però totalmente ignorata in quanto i lavori sono proseguiti spediti e al momento nessun riscontro è pervenuto al nostro legale, specializzato in tematiche ambientali e che con professionalità ha redatto le 46 pagine della diffida che contengono quindi un lunghissimo elenco di quelli che riteniamo essere vizi legali, procedurali e ambientali a cui gli enti saranno prima o poi chiamati a rispondere nel merito».

Quali associazioni e comitati cittadini si stanno muovendo per evitare l’impatto sull’ambiente e come si stanno organizzando in fatto di azioni legali e non?
«Le centinaia di persone che compongono il comitato provengono dalle due valli (Valtellina e Valcamonica) e sono a loro volta membri di svariate associazioni del territorio. Chi ha firmato formalmente il nostro esposto, oltre ovviamente al Comitato capofila, sono: CAI Lombardia, Mountain Wilderness Italia, Comitato Civico Ambientale di Merate e l’associazione Applichiamo la Costituzione Milanese. Parallelamente alla nostra diffida ne è partita una seconda, ancora più pesante, proveniente dalle otto associazioni che fanno parte dell’Osservatorio sul Parco Nazionale dello Stelvio (CAI nazionale, ProNatura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness Italia, Wwf e Touring Club Italiano) che come noi rilevano le medesime storture e intimano lo stop ai lavori. Oltre alle diffide è stato presentato un formale esposto alla Procura di Sondrio per segnalare presunte omissioni da parte degli organi di controllo».
Ci sono esperti, scienziati, ricercatori che vi sostengono?
«Abbiamo la preziosissima collaborazione di tecnici esperti (geologi, botanici, naturalisti, ingegneri, biologi ecc.) che con passione e dedizione stanno dedicando molto tempo a questa battaglia, fornendoci preziosi dati e relazioni tecniche che ci serviranno quando entreremo nel merito delle contestazioni. Il movimento popolare di contrasto al progetto ha raggiunto il suo culmine lo scorso 10 settembre, quando si è tenuta la prima manifestazione, con ritrovo al Lago Bianco e conseguente camminata al Belvedere dei Tre Signori posto a 3000 metri alle spalle del lago. La manifestazione è stata molto partecipata e ci ha dato una forte carica motivazionale per proseguire la difficile battaglia; nelle settimane successive abbiamo lavorato con avvocati, tecnici, contatti vari, abbiamo effettuato diversi giorni di monitoraggio al cantiere, diversi volontari si sono alternati in questo meticoloso lavoro di reperimento di prove documentali che dimostrino lo scempio che si sta consumando all’interno di un habitat comunitario protetto. Voglio ricordare che il Lago Bianco si trova all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio in Lombardia ed è anche interno alla ZPS e Sito Natura 2000 Riserva Naturale Statale “Tresero Dosso del Vallon” costituita nel 2010 a compensazione del danno arrecato ad altri habitat protetti limitrofi durante lavori fatti nel 2005 a Santa Caterina per la realizzazione delle piste e degli impianti accessori utilizzati per i campionati mondiali invernali. La Comunità Europea è stata allertata riguardo al progetto in atto».  
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