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Riconosciuto il distretto biologico della Maremma

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È stato riconosciuto ufficialmente il distretto biologico della Maremma, che va ad aggiungersi ai distretti biologici già presenti in Toscana a Fiesole (il primo, nato due anni fa), Val di Cecina, Calenzano, Montalbano e Chianti.
Riconosciuto il distretto biologico della Maremma
È stato riconosciuto ufficialmente il distretto biologico della Maremma, che va ad aggiungersi ai distretti biologici già presenti in Toscana a Fiesole (il primo, nato due anni fa), Val di Cecina, Calenzano, Montalbano e Chianti.
Con il distretto della Maremma salgono così a sei in Toscana le realtà dedicate alla coltivazione, all’allevamento, alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari ottenuti con metodo biologico.
Il distretto biologico della Maremma nasce dopo un percorso di condivisione degli obiettivi portato avanti da diversi mesi nei Comuni di Capalbio, Castiglione della Pescaia, Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano, Orbetello e Scansano. Neo presidente il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
Il territorio del distretto, che corrisponde ai confini amministrativi dei sette Comuni, ha una superficie agricola utilizzabile (SAU) di quasi 96.000 ettari, di cui il 41% condotti con il metodo dell’agricoltura biologica, grazie anche alle circa 300 aziende biologiche che partecipano al progetto economico territoriale integrato del distretto.
Gli altri distretti già istituiti
– Il distretto biologico di Fiesole, il primo riconosciuto in Toscana, nasce come distretto rurale ad alta vocazione biologica e si trasforma poi in distretto biologico. Comprende il solo comune di Fiesole e ha una SAU biologica del 68%.
– Il distretto biologico della Val di Cecina si estende su 12 Comuni: Bibbona, Casale Marittimo, Castelnuovo Val di Cecina, Cecina, Guardistallo, Lajatico, Montecatini Val di Cecina, Montescudaio, Monteverdi Marittimo, Pomarance, Riparbella, Volterra. Hanno aderito 10 aziende tramite il Coordinamento Toscano Produttori Biologici.
– Il distretto biologico di Calenzano insiste sul solo comune di Calenzano, che ha una SAU biologica del 36%. Sono 10 le aziende biologiche che hanno aderito.
– Il distretto biologico del Montalbano comprende il territorio dei Comuni di Carmignano e Poggio a Caiano con una superficie agricola utilizzabile di 4.876 ettari, di cui oltre il 40% condotti con il metodo dell’agricoltura biologica.
– Il distretto biologico del Chianti. Riconosciuto il 31 gennaio 2023, il suo territorio comprende 7 Comuni: Barberino Tavarnelle, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti e San Casciano Val di Pesa.

Le tre regole per diventare distretto biologico

Tre sono i vincoli che la Regione Toscana ha posto per istituire un distretto:
– presenza di una superficie condotta con metodo biologico pari almeno al trenta per cento rispetto alla superficie agricola utilizzata.
– l’adesione di almeno 3 imprenditori agricoli biologici iscritti nell’elenco pubblico degli operatori dell’agricoltura e dell’acquacoltura biologiche che operano sul territorio del distretto o, se presente sul territorio, un’associazione in cui siano presenti almeno tre imprenditori agricoli biologici iscritti;
– l’adesione di un terzo dei Comuni del territorio del distretto, che si devono impegnare ad adottare politiche di tutela dell’uso del suolo, di riduzione della produzione di rifiuti, di difesa dell’ambiente e di promozione delle produzioni biologiche e di difesa e sviluppo dell’agrobiodiversità.
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