È saltato in Consiglio dei Ministri, almeno per il momento, l’innalzamento dei limiti elettromagnetici che era previsto con un decreto. Legambiente esprime soddisfazione.
È saltata nel CdM la norma sull’innalzamento dei limiti elettromagnetici dagli attuali 6 V/m a 24 V/m. Legambiente esprime soddisfazione: «ottima notizia, speriamo sia definitiva. L’inutile innalzamento dei limiti creerebbe un clima negativo per la fondamentale digitalizzazione del Paese».
«Ottima notizia quella relativa alla norma saltata nel CdM che stabiliva l’aumento dei limiti elettromagnetici entro 120 giorni dall’approvazione del DL Omnibus dagli attuali 6 V/m a 24 V/m – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente – Una scelta che ci auguriamo sia definitiva e che va incontro ai principi di salvaguardia della salute della popolazione, considerando che le ultime ricerche mettono ben in evidenza come gli attuali 6 V/m siano cautelativi. Ribadiamo che non solo non esiste ragione tecnica, ma neanche obblighi di adeguamento o limiti allo sviluppo delle telecomunicazioni e che per digitalizzare il Paese bastano gli attuali 6 V/m. Al Governo Meloni e al Parlamento chiediamo ora, insieme alle 96 realtà della Rete 6 V/m, di attivare subito un Tavolo di Lavoro e di confronto per ragionare insieme sulle possibili strategie da mettere in campo, raggiungendo gli auspicabili e fondamentali obiettivi di digitalizzazione, mettendo in primo piano la salute dei cittadini e delle cittadine, a partire dalle fasce di popolazione più sensibili. L’inutile innalzamento creerebbe un clima negativo che rischia di ostacolare la fondamentale infrastrutturazione del Paese, che deve essere digitalizzato al più presto, obiettivo che si può raggiungere anche con gli attuali limiti di legge».
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CONSIGLI DI LETTURA
“È tempo di comprendere di più, così possiamo temere di meno”. Fiorella Belpoggi ha preso in carico le parole di Marie Curie e le ha fatte sue, diventando una scienziata di fama mondiale senza perdere misura, né gentilezza.
Raccontare la sua storia significa ripercorrere la specificità di una ricerca indipendente, unica in Italia per il semplice fatto di essere finanziata non dall’industria o da qualche università, ma da oltre 30.000 soci, tra semplici cittadini, associazioni ed enti vari. Sono questi, infatti, i finanziatori dell’Istituto Ramazzini di Bologna, di cui la Belpoggi è direttrice. Un ente di ricerca autonomo, libero da qualsiasi pressione, nato per evidenziare le strette connessioni tra ambiente e salute e disvelare i guai provocati da un’idea malsana di progresso, con tutte le sue conseguenze. Un percorso, quello della Belpoggi, faticoso, accidentato, per molti versi complicato, ma anche ricco di scoperte esaltanti, incontri stupefacenti e riconoscimenti internazionali.
Il libro, scritto a quattro mani da Fiorella Belpoggi e dalla giornalista Licia Granello, è la storia dell’utopia realizzata di una ricerca scientifica dal basso, orientata al bene comune e non agli interessi di parte, i cui studi, condotti nel corso di oltre 40 anni su oltre 200 agenti chimici, hanno costituito la base scientifica normativa a livello nazionale e internazionale.
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L’elettrosmog è un pericolo per la salute? «Non ci sono sufficienti evidenze scientifiche per dimostrarlo». Il libro confuta quest’assioma stereotipato, fondato su ricerche superate di dubbia indipendenza, e offre una panoramica dei rischi prodotti dai campi elettromagnetici dei più moderni strumenti tecnologici.
L’autore indica i confini e le linee guida dell’elettrosensibilità, una nuova forma di malattia ambientale altamente invalidante e tipica dell’Era Elettromagnetica, patita da un numero sempre più grande di cittadini invisibili, costretti alla fuga da città e modernità.
Nel libro sono raccolte le testimonianze dei malati, le storie di suicidi e dell’insorgenza di patologie tumorali, e le sentenze shock che stabiliscono il nesso tra telefonino e alcune patologire; vengono raccontati i lati oscuri dell’elettrosmog e svelate le incongruenze, le distorsioni metodologiche e i conflitti d’interesse.
Capitoli molto importanti sono inoltre dedicati alle più efficaci terapie elettrodesensibilizzanti, che vengono in aiuto per cercare di ridurre l’impatto dei campi elettromagnetici sugli esseri umani.
Un libro inchiesta fondamentale per una corretta informazione e per chiedere ai cittadini e alle istituzione una presa di coscienza dei rischi dell’elettrosmog in nome del Principio di Precauzione.
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Cosa sappiamo davvero del 5G e dei suoi effetti? Smart city, intelligenza artificiale, wi-fi irradiato dai satelliti, robotica e automazione, raccolta e controllo dei nostri dati… tutto questo verso quale futuro ci sta traghettando?
Il giornalista Maurizio Martucci, passando in rassegna documenti inediti, studi, dichiarazioni di politici e di esponenti di spicco delle telecomunicazioni, ricostruisce le origini, le relazioni, i conflitti d’interesse e i pericoli del presente e del futuro ipertecnologico.
Un libro-inchiesta di stringente attualità che dà voce ai cittadini, agli esperti, ai medici e agli scienziati che si sono impegnati per evidenziare i lati oscuri del wireless di quinta generazione e del capitalismo della sorveglianza.
Nessuno è poi in grado di prevedere quali saranno gli effetti dell’accumulo così elevato di radiofrequenze sull’ambiente e la salute dell’uomo e degli animali. Allora perché non far valere il sacrosanto principio di precauzione, che dovrebbe essere applicato a ogni nuovo prodotto per limitarne la diffusione fino a quando non ci sono prove certe della sua innocuità?
Purtroppo con il 5G questo non sta accadendo.