Il “fuori” come contesto di apprendimento, l’educazione all’aperto come un rapporto altro con la “natura”: se ne parla al secondo convegno nazionale di Pedagogia del Bosco il 14 ottobre al Parco Nord di Milano. Terra Nuova è mediapartner dell’evento.
Il fuori come contesto di apprendimento è sempre più discusso e valorizzato nel dibattito educativo: la pandemia ha accelerato la diffusione dell’educazione all’aperto, il riscaldamento globale ha messo in evidenza la necessità di un rapporto altro con la “natura” e l’attuale crisi economica e sociale ha posto con maggior urgenza il bisogno di inclusività. Questi fenomeni e processi hanno moltiplicato i discorsi e le pratiche che si richiamano al “fuori”. Ma dove si trova questo “fuori”? E chi lo abita? Con quali possibili approcci?
Il secondo convegno nazionale di Pedagogia del Bosco (che si terrà il 14 ottobre al Parco Nord di Milano e vede Terra Nuova come mediapartner) raccoglie questi interrogativi e si propone di offrire ai partecipanti strumenti per orientarsi, nell’ambito dell’educazione all’aperto, fra diversi modi di concepire e stare nel “fuori”. In parallelo, questa edizione del convegno vuole chiarire la comprensione del “fuori” secondo la prospettiva della pedagogia del bosco andando a discutere come questo approccio prenda forma e si declini in relazione ai luoghi e ai contesti educativi dove viene praticato e ai soggetti che coinvolge e che lo vivono.
I temi trattati nel convegno spazieranno dalla traduzione della pedagogia del bosco in altri contesti nazionali alla sua pratica in diverse cornici normative, dai differenti significati di “natura” all’attivazione di processi inclusivi in contesti “più che umani”. L’obiettivo di fondo sarà lavorare per affinare l’identità di questo approccio pedagogico, dando visibilità alla sua varietà interna e offrendo uno spazio per discutere potenzialità da coltivare e sfide da affrontare, in relazione e dialogo con la più ampia comunità dell’educazione all’aperto.
«Ormai ci occupiamo di queste tematiche dal 2014, sentiamo il bisogno di spingere per un salto di qualità nelle riflessioni intorno ad esperienze che riteniamo estremamente interessanti nel panorama italiano e non solo» racconta
Selima Negro, una delle fondatrici del gruppo informale Pedagogia del bosco | Ricerca e formazione, insieme a Alessandra Fossati e Stefania Donzelli. Selima Negro è anche autrice dell’utilissimo e completo manuale
“Pedagogia del bosco” (Terra Nuova edizioni).
«Nelle nostre attività di formazione incontriamo moltissimi progetti, sia nelle scuole che nel mondo delle associazioni: stiamo lavorando perché il convegno sia un luogo di incontro e scambio tra queste realtà, che ormai hanno spesso diversi anni di esperienza alle spalle – prosegue Selima – Vorremmo superare alcuni stereotipi e luoghi comuni su queste esperienze, e restituire una visione più completa della varietà di progetti che si riconoscono nell’orizzonte della pedagogia del bosco».
Al convegno ci saranno anche ospiti internazionali, come Darren Quek della Forest School Singapore e Michael James, autore del libro “Autism and forest school”.
«Il confronto con l’estero è importante – aggiunge Selima – da una parte è possibile attingere dall’esperienza pluriennale di chi lavora in questo campo da tempo, dall’altra permette di riflettere sulla rilevanza globale di alcuni temi che riguardano sia l’educazione che la relazione con l’ambiente in generale. È molto interessante scoprire che abbiamo bisogni e obiettivi in comune con realtà apparentemente così lontane da noi!».
Aggiunge Stefania Donzelli, formatrice e ricercatrice del gruppo Pedagogia del bosco: «Di fronte alla recente e ampia diffusione dell’educazione all’aperto, da più parti si guarda all’outdoor come alla moda del momento. In questo contesto, pensiamo che sia una priorità sviluppare delle coordinate che permettano a famiglie, educatori, insegnanti e istituzioni di orientarsi fra molteplici approcci al fuori. Questa seconda edizione del Convegno di Pedagogia del Bosco ha proprio l’obiettivo di creare maggiore consapevolezza rispetto alla varietà che caratterizza il mondo dell’educazione all’aperto in termini di luoghi, obiettivi, strumenti e “criteri di qualità”».
«Il programma del convegno è proprio strutturato intorno a questa finalità – aggiungono ancora gli organizzatori – Nei seminari della mattina, lavoreremo su diverse parole chiave dell’educazione all’aperto e della pedagogia del bosco. Parleremo di biofolia, corpo, infanzia, motivazione intrinseca, neurodiversità, ricerca, relazione tra dentro e fuori e persino di teatro all’aperto. L’obiettivo sarà mettere a fuoco le possibili posture da cui sostenere l’interazione con l’ambiente di bambine, ragazzi e adulti. Il pomeriggio invece ci concentreremo sui bisogni di chi promuove e pratica l’educazione fuori per condividere esperienze, riflessioni e strumenti attraverso tavoli di lavoro e gruppi di condivisione. Fra i temi sviluppati, ci saranno il rapporto con le istituzioni, la formazione, le relazioni fra scuole e territorio, l’inclusione e la partecipazione, il ruolo della famiglia, il fare rete, l’apprendimento partecipato dopo i sei anni e il selvatico urbano».
Nella giornata del convegno sono in programma:
– seminari di riflessione e sperimentazione pratica su concetti chiave della pedagogia del bosco;
– tavoli di lavoro intorno a buone pratiche relativi a punti critici per la diffusione di questo approccio;
– gruppi di condivisione orizzontale su aspetti fondamentali per la gestione dei progetti.
Le persone iscritte potranno presentare uno o più contributi sotto forma di poster sui temi del Convegno, raccontando le proprie esperienze e riflessioni. A metà giornata sarà dedicato un momento apposta per la presentazione e la discussione dei poster.
_______