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L’economia della separazione

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«Tutte le convergenti crisi del nostro tempo derivano da una radice comune, che possiamo chiamare Separazione. Presentandosi sotto molte forme – la scissione tra uomo e natura, lo sgretolamento della comunità, la divisione della realtà in sfera materiale e spirituale – la separazione si ritrova in ogni aspetto della nostra civiltà»: così Charles Eisenstein nel suo libro “Oltre il denaro”.
L’economia della separazione
«Tutte le convergenti crisi del nostro tempo derivano da una radice comune, che possiamo chiamare Separazione. Presentandosi sotto molte forme – la scissione tra uomo e natura, lo sgretolamento della comunità, la divisione della realtà in sfera materiale e spirituale – la separazione si ritrova in ogni aspetto della nostra civiltà»: così Charles Eisenstein nel suo libro  “Oltre il denaro”. «Essa è tanto onnipresente quanto insostenibile: genera infatti un crescendo di crisi che ci sta catapultando in una nuova era, quella della Riunione – scrive Eisenstein – Ora, la separazione non è una realtà oggettiva, ma una proiezione, un’ideologia, una narrazione. Ogni cultura ha la sua narrazione di riferimento, la sua storia di popolo, e la nostra, come tutte le altre, è composta di due parti strettamente interrelate: una storia del sé e una storia del mondo. La prima è la storia di un sé distinto, separato: una psiche simile a una bolla, un’anima incapsulata nella pelle, un fenotipo biologico geneticamente programmato per seguire i suoi interessi riproduttivi individuali, un attore razionale in cerca dell’utile economico, l’osservatore fisico di un universo oggettivo o ancora un granello di coscienza in una prigione di carne. La seconda è la storia della grande ascesa, per cui l’umanità, dapprima ignorante e impotente, sarebbe impegnata a imbrigliare gli elementi naturali e sondare i segreti dell’universo, inesorabilmente destinata a dominare la natura e trascenderla completamente. È la storia della separazione tra il regno dell’uomo e quello della natura, che vede espandersi il primo mentre il secondo viene progressivamente trasformato in risorse, beni, proprietà, e infine in denaro». 
«Il denaro è un sistema di convenzioni sociali, significati e simboli che si sviluppa nel tempo – si legge in “Oltre il denaro” –  In altre parole, è anch’esso una storia, che ha una sua esistenza nella realtà sociale accanto a cose come le leggi, le nazioni, le istituzioni, il tempo scandito dal calendario e dall’orologio, la religione, la scienza. Le storie hanno un potere creativo straordinario: ci servono a coordinare le attività umane, focalizzare l’attenzione e le intenzioni, definire ruoli, individuare cosa è importante e persino cosa è reale. Le storie danno alla vita un senso e uno scopo, dunque motivano l’azione. Ebbene, il denaro è un elemento chiave nella storia della separazione che definisce la nostra civiltà. La prima parte di questo libro fa luce sul sistema economico che è sorto sulle fondamenta della storia della separazione. Anonimato, spersonalizzazione, polarizzazione della ricchezza, crescita infinita, dissesto ecologico, disordine sociale e crisi irrimediabili, tutto questo è così profondamente integrato nel nostro sistema economico che potrà essere risanato solo modificando la storia della separazione che ci definisce. Il mio auspicio è che, se identifichiamo i tratti essenziali dell’economia della separazione, sapremo poi concepire un’economia della riunione, che restituisca completezza alle nostre frammentate comunità, relazioni, culture, ecosistemi, insomma al nostro frammentato pianeta».

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