Vai al contenuto della pagina

FairTrade: grazie a vendite in Italia, 3 milioni e 800mila euro hanno favorito lo sviluppo delle comunità agricole in Asia, Africa e America Latina

homepage h2

I consumi etici di prodotti Fairtrade hanno tenuto anche nel 2022, nonostante il caro vita. E, grazie alle vendite in Italia, 3 milioni e 800 mila euro hanno favorito lo sviluppo delle comunità agricole in Asia, Africa e America Latina.
FairTrade: grazie a vendite in Italia, 3 milioni e 800mila euro hanno favorito lo sviluppo delle comunità agricole in Asia, Africa e America Latina
Lo scorso anno gli italiani hanno speso 580 milioni di euro in prodotti contenenti almeno un ingrediente certificato Fairtrade. Il dato è stato diffuso a Milano, in occasione dell’evento di presentazione del  primo Bilancio sociale di Fairtrade Italia, il documento che fotografa tutte le attività svolte nel corso del 2022, valorizzando l’impatto sulla collettività. 
Sono 2.400 le referenze certificate tra cui scegliere. Si tratta di frutta fresca come banane e ananas, ma anche caffè, cioccolato, cereali per la colazione, barrette, biscotti, frutta secca, fiori recisi, abbigliamento in cotone e molto altro. I Marchi Fairtrade si possono trovare infatti su un’ampissima gamma di prodotti in supermercati, ipermercati, negozi di vicinato, mense e altri luoghi di ristorazione collettiva e distributori automatici. La Grande Distribuzione Organizzata si conferma tuttavia il canale di diffusione prevalente.
Cacao. Resta una delle materie prime Fairtrade più consumate, grazie all’ampia possibilità di utilizzo in diverse categorie merceologiche: cioccolato, biscotti, prodotti da forno in generale e gelati, oltre al cacao in polvere. Complessivamente i volumi di venduto hanno corrisposto a 9.756.051 chilogrammi segnando un +9% rispetto all’anno precedente. Nel corso del 2022 è continuato lo sviluppo di nuove tipologie di prodotto grazie al marchio Fairtrade Sourcing Ingredient.
Banane: il prodotto più venduto. Si confermano la categoria merceologica più rilevante tra i prodotti a Marchio Fairtrade, con 13 milioni di chilogrammi venduti, anche se in leggera flessione rispetto all’anno precedente (-3%)dovuta alla generalizzata contrazione dei volumi del biologico. 
Zucchero e caffè. In controtendenza rispetto all’andamento del mercato convenzionale e dopo un decennio di crescita, le vendite di zucchero si fermano a 4.667 tonnellate, segnando un -11% rispetto allo scorso anno. Similmente, anche il caffè registra una contrazione del -9% con 759 mila chilogrammi
Il non food. In termini di percentuali l’aumento più importante è quello di due categorie merceologiche non food, il cotone (+78% per 713.000 chilogrammi) e le rose recise (+37% per 9 milioni di steli venduti), dalle quali ci si aspettano buone performance anche per il 2023. 
Uno dei cardini economici del sistema Fairtrade è il “Premio” ovvero un extra che gli agricoltori ricevono a fronte delle quantità di prodotto venduto, per attivare progetti e iniziative a favore della comunità. E nel corso del 2022, il Premio generato dalle vendite in Italia dei prodotti con i Marchi Fairtrade è stato pari a 3,8 milioni di euro: solo le vendite di prodotti a base di cacao hanno contribuito con più di 2 milioni, mentre quelle di banane per quasi 700.000 euro.
“Anche se per alcune materie prime ci sono stati dei cali nei volumi, complessivamente il Fairtrade ha tenuto: in tempi di significativa contrazione del mercato, e aumento dei costi sia per le aziende che per le famiglie, abbiamo comunque un dato di vendita superiore allo scorso anno. Lo dobbiamo a nuovi inserimenti di prodotto, e alle buone performance del non food. Questo ci fa sentire quanto le persone ripongano fiducia nella nostra attività, un modello economico e commerciale che valorizza il ruolo degli agricoltori e delle buone pratiche agricole”, ha dichiarato Thomas Zulian,Direttore commerciale di Fairtrade Italia.  
Fai Trade ha attivato anche una nuova collaborazione con Alce Nero, un progetto che riguarda le produzioni italiane focalizzato sulla due diligence per i diritti umani, che anticipa alcuni di quelli che presumibilmente saranno i requisiti della Direttiva Europea. “Come Alce Nero stiamo lavorando alla definizione di una strategia di sostenibilità che includa i principi della Due Diligence in tutta la catena di approvvigionamento e di filiera. In particolare, in collaborazione con Fairtrade, stiamo integrando gli aspetti legati alla sfera dei diritti umani dei lavoratori, previsti dalla Human Rights Due Diligence (HRDD), lungo la filiera del pomodoro: da un lato, costituendo una policy aziendale mirata e dall’altro, inserendoli nel programma di valutazione dei fornitori, favorendo quindi anche la loro sensibilizzazione su questi temi. L’implementazione di questa progettualità, seppure in fase embrionale e che a tendere verrà valutata anche per altre filiere del marchio, anticipa la Direttiva Europea relativa alla CSDD” ha dichiarato Greta Gubellini, Agronoma Team Sostenibilità Alce Nero.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!