Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’agricoltura Bodinamica, interviene sull’importanza del metodo biodinamico anche nella viticoltura, in una visione agroecologica dalla quale non si può più prescindere. L’intervento è stato pubblicato sul
numero di maggio della rivista Terra Nuova e lo condividiamo anche con chi ci segue sul web.
«La coltivazione della vite a partire da tempi antichissimi ha portato a un lento adattamento ai luoghi e a una interazione attiva tra suolo, paesaggio e pianta. Sono state plasmate viti capaci di esprimersi in condizioni pedologiche e paesaggistiche molto differenti. La zonazione della vite è parte dell’arte della viticoltura. Essa va affrontata attraverso una attenta conoscenza dei luoghi, poiché la vite si lega profondamente alla terra.
Se vogliamo avere un approccio ecologico alla viticoltura, l’impianto va seguito con occhi particolari. Innanzitutto va esaminata la variabilità dei profili pedologici dell’areale, considerandone anche la storia geologica. In biodinamica, un’attenta osservazione su natura e stato del suolo e sui processi della sua formazione servono a una comprensione che supera la comune analisi minerale e dei nutrienti. Nella valutazione si terranno presenti lo stato fisico, chimico e biologico dei suoli, riuscendo a distinguere tra la sua intima natura e condizioni transitorie. È importante comprendere le argille presenti. Occorre inoltre percepire la natura del paesaggio e la sua storia, l’interazione dell’uomo con l’ambiente nel tempo. Infine bisogna considerare le emergenze storiche delle coltivazioni autoctone rintracciabili in zona e immaginare come si inserisca un nuovo tipo ampelologico. Questo studio, infatti, va messo in relazione con i vitigni e con i portainnesti che potranno essere impiantati o che già insistono nelle aree di interesse colturale e che si intende coltivare col metodo biodinamico. Le varianti dei vitigni realizzate nei secoli sono tali da offrire caratteristiche estremamente diversificate in relazione ai suoli e ai paesaggi e ai tempi e soluzioni e condizioni non standardizzabili».
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