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Come funziona l’auricoloterapia

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L’auricoloterapia è una tecnica riflessoterapica che si effettua mediante la stimolazione di specifici punti del padiglione auricolare. Ce ne parla il dottor Giuseppe Massaiu, autore del libro “ La cura naturale di denti e bocca” (Terra Nuova Edizioni).
Come funziona l’auricoloterapia
«Si può dire che l’auricoloterapia nasce nella notte dei tempi, infatti il rapporto tra orecchio, organi e meridiani è stato citato più di due millenni fa dalla medicina cinese Huangdi Nei Jing» spiega  il dottor Giuseppe Massaiu, autore del libro “ La cura naturale di denti e bocca” (Terra Nuova Edizioni).
«Il trattamento delle malattie attraverso la puntura, la cauterizzazione o la stimolazione dell’orecchio, di zone specifiche delle mani o delle dita, o della pianta dei piedi, o del viso, è stata sempre praticata attraverso i secoli nel mondo occidentale in maniera diversa senza che godesse di un serio riscontro scientifico – scrive Massaiu nel suo libro – Eppure, esistono mappe di tutti questi organi che sono state utilizzate in maniera empirica da vari terapeuti. E se nei secoli tali tecniche non sono mai state abbandonate vuol dire che in qualche modo funzionavano».

«In Europa negli anni Cinquanta del secolo scorso, il dottor Paul Nogier, medico di Lione, vide arrivare nel suo ambulatorio malati che presentavano una curiosa cicatrice nel padiglione dell’orecchio. Interrogati, scoprì che erano tutti pazienti che soffrivano di sciatica a cui lui non era riuscito a offrire una soluzione risolutiva, e che si erano rivolti a una guaritrice che operava a Marsiglia – scrive ancora il dottor Massaiu – Il dottor Nogier iniziò a studiare i trattati cinesi che illustravano proprio gli strumenti necessari per la puntura e l’ustione sopraccitata. Il dottor Nogier era un grande clinico ma anche un indefesso studioso, creò le mappe riflessologiche specifiche dell’orecchio, dove il corpo umano è disposto nel padiglione auricolare con la testa in basso e i piedi in alto. Da queste ultime comprese che quella parte dell’orecchio cauterizzata rappresentava la proiezione della sezione vertebrale da cui originava la sciatica. Elettrizzato dalla scoperta, iniziò a confrontare le tecniche riflessologiche con i casi dei suoi pazienti, e notò subito che le patologie presenti in questi distretti del corpo avevano i medesimi punti dolorosi in determinati punti di pressione del padiglione auricolare».

«Alla fine, compilò in base a queste osservazioni la prima mappa occidentale moderna di proiezione del corpo all’interno del padiglione auricolare, che nel 1956 presentò al mondo scientifico – prosegue Massaiu – Fu lui a rappresentare per la prima volta il tutto con l’immagine del feto capovolto. Tutti i tipi di riflessoterapia, sia quella auricolare che quella podalica, palmare e facciale, agiscono attraverso connessioni neurologiche. Queste si attivano grazie alla stimolazione/inibizione della sostanza reticolare presente nel tronco encefalico, come abbiamo visto nei capitoli precedenti. Da qui esercitano gli effetti desiderati negli organi bersaglio, inibendo o stimolando il sistema neurovegetativo e quindi portando benessere al paziente. La scuola odontoiatrica si è avvalsa della auricoloterapia trovando in particolari zone dell’orecchio quelle riflessogene di denti, lingua, gengive e arcate dentali. Da questo deriva che, stimolando specifici punti del padiglione auricolare, si possono ottenere importanti risultati in senso antidolorifico e ansiolitico».
L’auricoloterapia, spiega Massaiu, è molto efficace in alcuni casi specifici:
– Come antidolorifico, dopo gli interventi in bocca.
– Come ansiolitico, prima e dopo gli interventi.
. Come inducente al sonno, prima degli interventi.
– Come analgesico per piccoli interventi orali, invece che eseguire la classica anestesia.

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