Anche la viticoltura, quando rispettosa della salute e della terra, può aiutare nel contrasto alla crisi climatica. Ce ne parla Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia, nel suo intervento che trovate sul numero di febbraio della rivista Terra Nuova e che vogliamo qui condividere anche con i nostri lettori del web.
Anche la viticoltura, quando rispettosa della salute e della terra, può aiutare nel contrasto alla crisi climatica. Ce ne parla
Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia, nel suo intervento che trovate sul
numero di febbraio della rivista Terra Nuova e che vogliamo qui condividere anche con i nostri lettori del web.
«Vita dura per i nostri viticoltori, anche nell’annata appena trascorsa. Ormai è chiaro: in futuro contrastare la siccità estiva, in alcuni casi estrema, sarà sempre più difficile, così come rimediare a quella invernale con precipitazioni nevose spesso non sufficienti per ripristinare le già sofferenti falde acquifere. In Sud Italia, nell’estate 2022, le temperature hanno raggiunto valori da record che hanno messo i produttori, grandi e piccoli, a dura prova.
Effetti di una crisi climatica sempre più evidente, a volte catastrofica e forse, oggi, irreversibile. Per primi se ne sono accorti quei viticoltori biologici e biodinamici che da tempo hanno scelto di lavorare in sintonia con la natura e che di fronte a un’emergenza come questa hanno risposto «ascoltando» i bisogni delle piante, ragionando in piccolo e con un criterio ecosistemico. Sono loro ad aver percepito da vicino il grido d’allarme della natura di evitare sconsiderate soluzioni interventiste e il facile ricorso alla chimica di sintesi, traendo così preziose lezioni per il futuro che salveranno il loro mestiere e le loro vigne.
Le evidenze di queste ultime annate, risultate peraltro ottime laddove si è riusciti a portare a casa il raccolto, ci segnalano quindi chiaramente come contrastare la siccità significhi agire sulla crisi climatica e cambiare l’attuale modello agricolo intensivo in un modello agroecologico più sostenibile. Un modello di agricoltura, quello fin qui perseguito nel segno della massima produttività e del profitto, che sta minacciando l’ambiente in modo irrecuperabile, che sperpera materie prime e impoverisce tutti e che, per giunta, produce cibo di bassa qualità. Per questo sarà importante essere a Bologna insieme alle centinaia di vignaioli e vignerons della Slow Wine Coalition per la seconda edizione della Slow Wine Fair (
www.slowinefair.slowfood.it) dal 26 al 28 febbraio 2023. Per confrontarsi sul futuro del vino e per incidere nel futuro di quella viticoltura troppo legata all’uso della chimica di sintesi ma anche per discutere e chiedere alla politica un impegno concreto per trovare soluzioni e per rispondere agli effetti di un clima che muta molto più velocemente di quanto l’uomo possa percepire e realizzare».
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