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Margherita e Pierfrancesco recuperano un oliveto in Toscana

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Pierfrancesco Pardini e Margherita Galante, menthal coach lui e paesaggista lei, stanno portando avanti il recupero di un oliveto terrazzato sulle colline di Lucca e hanno avviato un crowdfunding per cercare un sostegno al loro progetto.
Margherita e Pierfrancesco recuperano un oliveto in Toscana
«Vogliamo preservare il paesaggio rurale delle colline di Lucca con una visione agro-ecologica e il nostro obiettivo è quello di recuperare un oliveto in abbandono con un’attenzione particolare alla salvaguardia di alcune specie di piante, animali e funghi che hanno colonizzato spontaneamente questo luogo» così Margherita e Pierfrancesco spiegano ciò su cui stanno lavorando. 
«La nostra idea è quella di creare un giardino-oliveto che sia un habitat complesso e ricco, senza l’uso di pesticidi, erbicidi o fertilizzanti di sintesi – spiegano – In questo ecosistema si sviluppa il laboratorio di Semi in Mente che si interessa ai temi della custodia del paesaggio e alla cura della psicheIl podere è caratterizzato da un terreno terrazzato coltivato anticamente a vigna ed olivo e circondato da giovani boschi di querce, acacie e castagni. Dal novembre del 2021 custodiamo qui circa 100 piante di olivo oltre a bacche, frutti, foglie e frutti di piante spontanee. Il primo anno, abbiamo iniziato a osservare e a scoprire le sinergie già esistenti tra gli esseri che abitano nell’oliveto. Abbiamo osservato poiane, falchi, pettirossi ed altri uccelli che nidificano tra le fronde degli olivi o se ne servono come terreno di caccia».
«Inoltre, abbiamo studiato i cicli delle piante selvatiche commestibili e medicinali della macchia mediterranea e le loro interazioni con gli insetti pronubi – proseguono – A partire dall’esistente, stiamo studiando che cosa introdurre percreare bellezza senza fare troppo “rumore”. Attualmente, il recupero dell’oliveto è in corsoNegli ultimi sei mesi abbiamo liberato 40 olivi, sommerse dai rovi, dall’edera e dalle acacie nelle terrazze più facili e accessibili. Tuttavia, restano 60 olivi coperti da piante invasive nelle terrazze più complesse. Inoltre, è necessaria una potatura di recuperoe di riduzione di tutti gli olivi del podere per migliorare la fruttificazione e la salute delle piante con poca circolazione d’aria o attaccate da parassiti». 
Con contributo che Margherita e Pierfrancesco chiedono con il crodwfunding verrebbero effettuati interventi sia a breve che a medio termine sulle piante, sullo studio delle sinergie con l’ambiente intorno, sulle azioni di rafforzamento dell’esistente e di arricchimento della biodiversità, e sulla mitigazione degli impatti antropici.

«L’olivicoltura a terrazze su terreni scoscesi è un tratto caratteristico del territorio della Lucchesia sin dal 1300 – aggiungono i due promotori dell’iniziativa – Questo ha creato un paesaggio unico, nonostante, negli ultimi quarant’anni, questi poderi siano stati colonizzati da boschi e specie invasive a causa degli elevati costi di gestione e l’impossibilità di meccanizzare certi processi. Una gestione più attenta del bosco, dei suoi limiti e dei poderi agricoli abbandonati è una necessità ogni giorno più grande per poter vivere nei territori rurali (il nostro patrimonio) e custodire i boschi (i nostri polmoni)».

«La nostra iniziativa contribuisce a dinamizzare l’economia rurale e aiuta a preservare il patrimonio culturale di un paesaggio agricolo. La scelta di venire a vivere in un’antica casa colonica del 1700 è stata importante per lo sviluppo del nostro progetto – dicono ancora Margherita e Pierfrancesco – Nella casa sulle colline di Lucca hanno vissuto diverse famiglie contadine del paese di Piazzano. Gli abitanti del luogo si dedicavano alla coltivazione dell’uva e dell’olivo. Il forno veniva utilizzato per cuocere il pane per la settimana, la cantina serviva per invecchiare il vino e l’aia era il posto in cui si suonava la fisarmonica nei giorni di festa. Questi momenti di vita campestre e comunitaria sono per noi importanti e vorremmo recuperarli insieme alla custodia dell’oliveto. Attraverso il recupero dell’oliveto vogliamo creare uno spazio di incontro all’aria aperta sui temi della custodia del paesaggio e della cura della psiche. Questo per favorire una connessione più forte tra l’uomo e gli elementi naturali, in modo che le persone possano aumentare il loro benessere psicofisico e possano creare un legame emotivo più forte con il paesaggio che li circonda. Concretamente, proponiamo dei percorsi alla scoperta del paesaggio locale, delle piante silvestri commestibili e delle degustazioni di prodotti a chilometro zero. Inoltre, organizziamo sedute o camminate di psicoterapia all’aria aperta e soggiorni ecoterapeutici per sviluppare la biofilia (il legame tra uomo e natura)».

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