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“Non scoraggiamoci!”: l’editoriale del direttore di Terra Nuova

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«Le minacce che in questi mesi incombono sul nostro Pianeta, dalla crisi climatica ed energetica a quella geopolitica, rischiano di infondere in ognuno di noi uno sconforto tale da svuotare di senso ogni piccolo o grande slancio costruttivo, che sia un orto biologico, una manifestazione per la pace o un ecovillaggio»: l’editoriale del direttore Nicholas Bawtree pubblicato sul numero di novembre della rivista Terra Nuova.
“Non scoraggiamoci!”: l’editoriale del direttore di Terra Nuova
Le minacce che in questi mesi incombono sul nostro Pianeta, dalla crisi climatica ed energetica a quella geopolitica, rischiano di infondere in ognuno di noi uno sconforto tale da svuotare di senso ogni piccolo o grande slancio costruttivo, che sia un orto biologico, una manifestazione per la pace o un ecovillaggio.
Questo senso di smarrimento e impotenza raggiunge i massimi livelli in tutte le persone che si impegnano nel costruire un futuro possibile, quelle che più si informano e che si rendono conto di quanto le grandi emergenze di oggi, apparentemente distinte, siano in realtà espressione e conseguenza di un unico paradigma che permea la nostra società allo stesso modo in cui i pesticidi permeano il terreno di una monocultura. È quello che Papa Francesco chiama lo «schema della guerra»: guerra al nemico di turno, che sia un paese, un migrante, un virus, una scelta sessuale, un’erbaccia, una religione.
A onor del vero però un pesticida, suo malgrado, si mostra per quello che è: se gli chiedi i documenti, non può che esibire una regolare carta d’identità chimica. Le peggiori volontà umane, invece, spesso viaggiano sotto falso nome e per questo passano inosservate ai più, lasciando dietro di sé solo la scia della propria distruzione.
A costruirsi una maschera efficace ci è riuscita persino la prima azienda produttrice di armi in Europa, l’italiana Leonardo S.p.A. (ex Finmeccanica). Sul sito www.leonardo.com si rimane subito incantati da terminologie che nulla sembrano avere a che fare con strumenti di morte: cyber-security, space economy, digital twin, technology transfer, open innovation… Ma se si riesce a scovare la sezione «shop» (electronics.leonardo.com/it/all-products), capiamo davvero con cosa abbiamo a che fare: pagine e pagine di armamenti di ogni genere e misura, presentati con toni accattivanti come se fossero l’ultimo gadget di cui non poter fare a meno. E per comprendere quanto questa azienda, il cui maggiore azionista è il Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano, riesce a penetrare in profondità nella nostra società civile, basta sapereche nel 2017 Leonardo S.p.A. ha fondato Med-Or, una fondazione nata con con lo scopo di «avviare e consolidare le relazioni con gli stakeholder dei Paesi di interesse, al fine di qualificare Leonardo S.p.A. come un partner tecnologico», come si legge nello statuto. E nel comitato scientifico troviamo ben 16 rettori e 17 professori delle università italiane.
Si dirà: ma Leonardo S.p.A fa anche cose buone (questa l’ho già sentita): contribuisce all’innovazione tecnologica, oltre che all’occupazione e al prodotto interno lordo. E poi diciamocelo, delle armi abbiamo bisogno per difenderci, no? È lo stesso schema che si ripete: per sfamare il mondo abbiamo bisogno dei pesticidi, per mantenere la pace abbiamo bisogno delle armi. Così ci ritroviamo con i veleni nei nostri piatti e le bombe sulle nostre case.
Certo, lavorare per la pace, così come coltivare biologico, non è affatto facile e richiede conoscenza e dedizione continue. Ma soprattutto, richiede di uscire da uno schema di pensiero. È per questo che faccio due accorati appelli. Il primo al mondo universitario, che contribuisce a formare il pensiero delle nuove generazioni: prendete le distanze da chi porta avanti la spirale feroce e inutile del riarmo nel nome della «sicurezza» e per un cinico tornaconto economico. Il secondo ai lettori di Terra Nuova: non scoraggiamoci! Non è tempo di fermarci con l’impegno per l’ecologia, di cui oggi c’è più bisogno che mai. Perché anche l’azione più piccola contribuisce a rafforzare un nuovo paradigma di pace.
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L’editoriale del direttore è tratto dal numero di novembre della rivista Terra Nuova

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