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Il caro energia blocca le cartiere

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La forte impennata dei costi delle materie prime e dell’energia, alimentata dalla guerra in Ucraina, sta mettendo a dura prova la tenuta delle cartiere e dell’intera filiera editoriale italiana. I costi del gas per produrre una tonnellata di carta sono nettamente superiori al costo di vendita.
Il caro energia blocca le cartiere
Come denunciano ormai da tempo Assocarta, l’Associazione Italiana Editori (Aie), l’Associazione Nazionale Editoria di Settore (Anes) e la Federazione Carta Grafica, i costi del gas per produrre una tonnellata di carta sono nettamente superiori al costo di vendita. A rischio la produzione di giornali, libri e imballaggi.
Assocarta fa luce su molti temi legati al mercato della carta che è appunto un settore fortemente energivoro dal punto di vista dell’utilizzo dell’energia elettrica e ancora di più per l’utilizzo di gas naturale.
In Italia ci sono circa 150 stabilimenti che hanno prodotto nel 2021 oltre 9,6 milioni di tonnellate (+12.5% su 2020) generando un fatturato di 8,18 miliardi in aumento del 28,6% sul 2020. Incremento che riflette il tentativo di recuperare almeno parte degli ingenti rincari delle materie prime fibrose e di gas, energia e trasporti. «Le cartiere italiane si stanno misurando con un peso della solo bolletta del gas sul fatturato aumentato del 400% solo nel 2021/2020, ma dall’inizio del 2022 il dato è molto peggiorato», dice Poli.
L’elevato utilizzo di energia elettrica per unità di prodotto è dovuto all’alto grado di automazione delle cartiere e al ciclo continuo di lavorazione. Le elevate richieste di gas naturale sono invece dettate dalle grandi necessità termiche che devono essere soddisfatte per l’asciugatura del foglio e dalla rilevante presenza di impianti di cogenerazione alimentati quasi esclusivamente a gas naturale (e che si adatta particolarmente bene al processo cartario per la contemporanea e continua richiesta sia di energia elettrica, sia di energia termica). Ne consegue che la cartiera è un’attività energicamente intensiva e la voce del costo di approvvigionamento energetico rappresenta una delle prime voci di costo di produzione (incidenza media del 20% con punte del 35%) e richiede pertanto continuo controllo e monitoraggio. La rilevante incidenza del costo dell’approvvigionamento energetico è ovviamente penalizzato, e in maniera significativa, dalla situazione dei prezzi del gas e dell’energia elettrica in Italia che si attestano su valori molto più elevati degli altri paesi europei.
L’elevato prezzo dell’energia elettrica in Italia poi non riguarda però solo la componente energia, ma è gravato dalle cosiddette componenti “parafiscali” che sono molto elevate e la cui crescita negli ultimi anni è stata fortissima (vedi componente A3 legata all’incentivazione delle fonti rinnovabili, raddoppiata nel corso del 2011).  Altro tema è legato alla sicurezza degli approvvigionamenti per volumi così grandi, che così come d’inverno scorso è stato messo in discussione per quanto riguarda il gas naturale (che ha portato al fermo di diversi impianti), vale anche per il sistema elettrico , per cui molte Cartiere italiane prestano il servizio di interruzione istantanea per oltre 550 MW (che costituiscono circa il 15% del totale delle risorse), nonostante il consumo di energia elettrica del settore cartario è coperto per oltre il 50% da autoproduzione con impianti di cogenerazione ad alto rendimento che sono ormai una risorsa strategica imprescindibile per il comparto.

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