Recenti ricerche archeologiche hanno svelato che l’essere umano utilizza la propoli da circa 8500 anni. Ne facevano uso persiani, egizi, greci, romani, cinesi. Vediamone le proprietà.
Recenti ricerche archeologiche hanno svelato che l’essere umano utilizza la propoli da circa 8500 anni. Ne facevano uso persiani, egizi, greci, romani, cinesi. Ippocrate la utilizzava per curare ferite e ulcere, il medico arabo Avicenna per eczemi e reumatismi, Plinio contro i tumori. I sacerdoti egizi facevano ricorso alla propoli per imbalsamare i faraoni; del resto, per gli egizi la propoli era considerato un segreto per la salute e la vita eterna.
Fino alla seconda guerra mondiale, la propoli continuò a essere usata per curare ferite, piaghe e molto altro. Nell’era delle multinazionali farmaceutiche questa speciale resina prodotta dalle api, considerata da molti una sorta di antibiotico naturale, è finita del dimenticatoio, anche se in realtà il suo impiego non è mai del tutto tramontato.
Prodotta dalle api a partire da una sostanza resinosa ricavata dalle gemme di conifere (come pini e abeti) e latifoglie (per esempio olmo, quercia, salice, betulla, ippocastano), la propoli si presenta come una resina scura e dal profumo aromatico, facilmente malleabile con temperature intorno ai 30° C. A seconda delle piante di provenienza e del periodo di raccolta, la propoli varia la tinta (che resta sempre scura) e il sapore (che in alcuni casi può essere meno acre).
Le api la usano per occludere fessure e interstizi negli alveari, per rivestire le superfici interne, per proteggere la parete interna delle cellette dove si sviluppano le larve e per difendere l’alveare stesso dalle infezioni. Una rapida occhiata alla composizione della propoli spiega facilmente il suo impiego come antisettico. I componenti principali (50%) sono resine e balsami, seguiti da cere e oli essenziali. Una fetta del 10% è poi costituita da polline, vitamine, minerali, flavonoidi (tra questi spiccano la galangina, derivata dalle latifoglie e la pinocembrina, proveniente dalle conifere), i principali artefici della marcata azione antimicrobica. La forza della propoli non si riduce però a tale effetto, a cui vanno aggiunte le proprietà antimicotiche, antiossidanti, immunostimolanti, antibiotiche, cicatrizzanti e antinfiammatorie.
La sfera d’ azione riguarda principalmente le vie aeree superiori, pertanto il suo impiego risulta molto efficace nel caso di faringite, laringite, sinusite, tonsillite, e viene utilizzata con efficacia anche per numerose affezioni del cavo orale come afte, gengivite, stomatite, periodontite, gengivite, mal di denti. La propoli è molto utile anche contro l’herpes. Infine, per le proprietà purificanti e cicatrizzanti trova impiego anche in cosmesi.
Si trova in commercio per lo più sotto forma di tintura idroalcolica e spray, forme ideali per le vie aree superiori. Per uso esterno (piaghe, ustioni, foruncoli, eczemi), si può utilizzare anche l’estratto molle a piccole dosi. Dagli apicoltori si può acquistare allo stato grezzo, costituito da scaglie cerose dall’intenso profumo di resina.
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