«Di fronte alle percentuali di aumento prospettate per i costi di luce e gas nei mesi a venire, il concetto stesso di risparmio energetico appare quasi ridicolo… (…) Ma guai a cadere nella trappola dell’applicazione indistinta del “ci dovevate pensare prima”»: l’editoriale del direttore di Terra Nuova, Nicholas Bawtree, pubblicato sul numero di ottobre della rivista.
«Uno dei maggiori problemi che pone il governo di un paese è trovare a chi affidare il potere; o meglio, trovare chi è in grado di convincere un certo numero di persone a farsi governare. Tuttavia coloro che vogliono il potere sono, proprio per questo fatto, quelle meno adatte a detenerlo. Ne consegue che, a chiunque si mostri capace di farsi eleggere, non dovrebbe in alcun modo essere concesso di svolgere il compito”.
−Douglas Adams, da Guida per autostoppisti della galassia
Di fronte alle percentuali di aumento prospettate per i costi di luce e gas nei mesi a venire, il concetto stesso di risparmio energetico appare quasi ridicolo… un po’ come la proposta della pasta cotta a fuoco spento promossa dal Nobel Parisi.
Del resto ormai conosciamo bene i meccanismi che portano puntualmente al ribaltamento delle responsabilità per i problemi collettivi, che dagli organi di potere ricadono sul singolo cittadino. L’abbiamo visto con la gestione della pandemia. Certo, chi in questi anni ha avuto le risorse per fare degli investimenti nell’efficienza energetica della propria abitazione ha fatto bene a farli, e si troverà ad affrontare questa crisi con le spalle più coperte – letteralmente. Ma guai a cadere nella trappola dell’applicazione indistinta del «ci dovevate pensare prima».
Le situazioni di vita sono molto varie. Molti di noi una casa di proprietà non ce l’hanno, e chi ce l’ha magari non ha avuto in questi anni le risorse economiche per efficientarla, oppure si è perso nel dedalo burocratico – o magari anche solo condominiale – del Superbonus 110%, che pure porta avanti un principio sacrosanto di incentivo pubblico.
D’altra parte è evidente che collettivamente consumiamo troppe risorse e le conseguenze non si riflettono solo sull’economia ma anche sulla salute, sul clima e più in generale sulla giustizia sociale. Quando qualche anno fa veniva invocata la decrescita felice c’era chi si metteva a ridere, ma adesso ci viene imposta una decrescita infelice. E la cosa più drammatica è che per affrontare le conseguenze di certe scelte scellerate, la politica ne prende altre che non fanno altro che gettare benzina sul fuoco. La logica assurda sembra essere: «Salvare il Pianeta? Sarebbe bello, ma siamo realisti: non ce lo possiamo permettere».
Mi viene in mente il romanzo comico di Douglas Adams citato in apertura, che racconta di un futuro in cui il governo dell’Universo viene affidato a un vecchietto con la testa tra le nuvole che vive in una capanna malandata in mezzo al nulla in compagnia di un gatto. In effetti già Platone ci ammoniva sul fatto che solo chi non desidera il potere è adatto a detenerlo.
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L’editoriale del direttore è tratto dal numero di ottobre della rivista Terra Nuova
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