Come spiega Greenpeace, l’8 settembre scorso è stata inviata «una richiesta formale per una revisione interna alla Commissione Europea. L’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia vìola infatti il regolamento sulla tassonomia e gli obblighi dell’UE definiti dall’Accordo di Parigi del 2015».
«Con altri uffici europei di Greenpeace abbiamo deciso di intraprendere un’azione legale contro l’inclusione di gas e nucleare nell’elenco degli investimenti sostenibili della “Tassonomia verde”. Lo scorso gennaio, la Commissione Europea ha deciso di aggiungere alla tassonomia queste tecnologie inquinanti, mentre il Parlamento Europeo a luglio non è riuscito ad adottare una obiezione formale a questa decisione, a dispetto di un’opposizione diffusa dei cittadini europei, degli scienziati del clima, delle istituzioni finanziarie e delle organizzazioni ambientaliste»:
lo spiega Greenpeace Italia sul proprio sito.
«Per questo lo scorso 8 settembre, insieme agli uffici di Greenpeace in Germania, Francia, Spagna, Belgio, Lussemburgo, Europa Centrale e Orientale e la Greenpeace European Unit, abbiamo inviato una richiesta formale per una revisione interna (RIR: Request of Internal Review) alla Commissione. L’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia viola infatti il regolamento sulla tassonomia (Reg. EU 2020/852), la Legge Europea sul Clima (Reg. EU 2021/1119) e gli obblighi dell’UE definiti dall’Accordo di Parigi del 2015 – prosegue l’associazione – La Commissione ha tempo fino a febbraio per rispondere alle nostre motivazioni. Qualora concordasse con le nostre motivazioni, potrebbe ritirare gli atti delegati complementari che hanno aggiunto gas e nucleare alla Tassonomia. In caso contrario, solleveremo la questione davanti alla Corte di Giustizia UE».
«Questo marchio verde fasullo è incompatibile con le norme EU sul clima e sull’ambiente. Il gas fossile è una delle cause principali della crisi climatica ed economica, mentre per il nucleare non c’è ancora nessuna soluzione al problema delle scorie e il rischio di incidenti è troppo elevato per poter essere ignorato», ha dichiarato Ariadna Rodrigo, campaigner per la Finanza sostenibile per la Greenpeace European Unit. «Quest’inverno dovremo affrontare una crisi energetica e bollette salate. È vergognoso che chi ha causato questa crisi energetica ne approfitti mentre le persone soffrono. La Commissione Europea si è schierata etichettando come “verdi” gas e nucleare. Fin dall’inizio, il greenwashing del gas fossile e del nucleare in Tassonomia aveva una motivazione politica, ma questo non aiuterà la Commissione Europea in tribunale».
«Chiamare il gas fossile “sostenibile” nega ogni base della scienza del clima. Al momento, il gas fossile è la maggior fonte di emissioni nella generazione elettrica in Europa, mentre l’International Energy Agency (IEA) ha avvisato che nuovi impianti a gas impediranno di raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi – scrive ancora Greenpeace – D’altra parte, l’energia nucleare crea scorie radioattive pericolose e usa notevoli quantità di acqua dolce, per raffreddare gli impianti, con impatti ambientali considerevoli. Non solo, i tempi lunghi della realizzazione degli impianti (10/15 anni) e i costi crescenti escludono ogni loro utilità per risolvere la crisi climatica: sono solo una pericolosa perdita di tempo e denaro. Una transizione energetica basata sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica è il solo modo per risolvere la crisi climatica ed energetica. Greenpeace Italia ha realizzato
uno specifico scenario per la decarbonizzazione del nostro Paese: la tassonomia deve far confluire quante più risorse possibile in questa direzione».
Foto: Johanna de Tessières / Greenpeace